Enna. L’avv.Giovanni Palermo sul decreto svuota carceri
Enna-Cronaca - 01/07/2013
Enna. Il decreto svuota carceri ha l’obiettivo di ridurre il sovraffollamento carcerario, tenuto conto che nel maggio 2014 scade il termine fissato dalla Corte europea dei diritti umani, entro il quale l’Italia deve adeguarsi al dettato Europeo di assicurare condizioni umane e dignitose a tutti i detenuti. Su questo delicato argomento abbiamo chiesto un parere all’avvocato Giovanni Palermo, uno dei penalisti più accreditati del foro di Enna. “Come avvocato penalista – esordisce Giovnni Palermo – che da circa un trentennio, effettua colloqui con i detenuti ristretti negli Istituti di pena siciliani e italiani, entrando in contatto con tali realtà, registrando il disagio e la sofferenza di queste persone, che si vedono compresso il diritto a vivere una esistenza dignitosa, non posso che registrare favorevolmente e positivamente il provvedimento adottato dal Ministro Cancellieri”. “Il Decreto – prosegue Giovanni Palermo – si porta nella direzione, nella continuità e dentro il solco tracciato in Italia alla fine degli anni ’70 dalla legge “Gozzini”, legge che vedeva allineato l’Italia ed il nostro Ordinamento carcerario con i paesi più avanti con una legislazione rispettosa dell’uomo come soggetto detenuto, che ha diritto ad espiare una pena, sistema che tende allo studio della personalità di un soggetto che dovrà, dopo la espiazione della pena, essere pronto a far ritorno attivamente nella società. Una legge che segnò in quel momento per l’Italia un passo avanti importante verso l’attuazione del principio costituzionale che prevede che la pena debba tendere alla rieducazione e all’emenda del condannato. La legge ha subito, soprattutto alla fine degli anni ’90 e all’inizio del nuovo secolo, un drastico arresto a causa delle emergenze “mafiose” che hanno visto sempre più comprimerne l’applicazione di tutti i benefici premiali con l’istituzione dell’art.4 bis dell’o.p. Ben venga l’imput offerto dalla Corte Europea al nostro Ministro di Grazia e Giustizia Cancellieri, la quale, certamente saprà e dovrà indirizzare l’azione di governo, tralasciando l’handicap del momento politico attuale, e cercare di riportare l’Italia tra i paesi, che rispettano di più la dignità umana e i valori costituzionali del giusto processo e dell’espiazione della pena, ponendo al centro l’uomo detenuto abbisognevole di essere recuperato e reinserito in un contesto sociale che non deve essere ostile al suo recupero e reinserimento, anche graduale”.
“Ben venga, pertanto – prosegue Giovanni Palermo – proprio per consentire questo graduale processo di recupero e reinserimento, il previsto provvedimento sulla sospensione della pena contenuta nei due anni, (quattro per le donne incinte con figli) provvedimento che non deve causare alcun allarmismo, considerato che verrà concesso sempre dal Tribunale di Sorveglianza, che valuterà se trattasi di soggetti non pericolosi e condannati per reati non gravi. Ben venga anche il lavoro di pubblica utilità previsto dal decreto in quanto l’applicazione di questa misura è demandata al Giudice di merito, che saprà, graduando la pena, concederla a soggetti non pericolosi, imputati di violazione non gravi, che al posto di dovere affrontare un’inutile periodo anche breve di detenzione, potranno rendersi utili socialmente aiutando anche i più deboli, venendo in contatto ed a conoscenza di realtà che potranno anche segnare la loro vita”. “Relativamente, poi, alle misure alternative – conclude l’avvocato Palermo – certamente positiva è l’applicazione della detenzione domiciliare anche per i soggetti per i quali era esclusa in precedenza, purché abbiano commesso reati non gravi che vedranno limitata la loro libertà incidendo meno sulle casse dello Stato, che provvedendo al loro mantenimento carcerario sottrae risorse più utilmente utilizzabili per fini sociali. Al di là delle ragioni politiche, e delle problematiche che riguardano solo qualche esponente politico di rilievo nazionale, non si comprende lo scalpore, che ha suscitato in alcune forze politiche tale provvedimento, in quanto dal Decreto restano esclusi tutti i soggetti che si sono resi responsabili di reati gravi, quali, di associazione mafiosa o finalizzata allo spaccio di stupefacenti e per i reati di pedofilia. Ma in Italia negli ultimi tempi, purtroppo per evitare che dei giusti provvedimenti possano essere usufruiti da qualche avversario politico, non vengono adottati seppur nella loro applicazione sono certamente applicabili a tanta gente perbene che nulla ha a che fare con la politica”.