Leonforte. Culturestate: Tabù? Parliamone: la violenza non è un segreto
Leonforte - 20/07/2013
Leonforte: Perché parlare di violenza? Perché renderla protagonista di un dibattito quale è stato il secondo aperitivo culturale della rassegna CultureEstate, organizzata da Alessandra Maria e Rosa Maria, con il patrocinio del Comune di Leonforte, in collaborazione con Pro Loco Leonforte, insieme a Edizioni C’era una volta.
Che senso ha parlarne quando le cronache ci presentano il prezzo pagato da numerose donne vittime di violenza da parte di ex compagni o ex mariti,(68 sino ad ora; 124 nel 2012), che non hanno saputo ribellarsi o non hanno trovato protezione e tutela nelle istituzioni se hanno avuto il coraggio di denunciare? Sorge per spontanea reazione la necessità di trovare delle soluzioni sbrigative, dare risposte stereotipate e attribuire colpe affrettate a comportamenti provocatori o sbagliati della donna vittima di violenza fisica o psicologica, o semplicemente, spegniamo la tv ed è come se nulla fosse mai accaduto. Vanessa Scialfa o Rosy Bonanno, divengono allora immagini da attaccare ad un album di cattive memorie di brutali azioni che non ci riguardano, perché tanto a noi, non ci accadrà quel ch’è accaduto a loro. Ne siamo a tal punto certi, che semmai ci tornasse la voglia di riaccendere la tv, non troveremmo strano sintonizzarci su un programma di approfondimento o di inchiesta che parla di efferati femminicidi dove la descrizione della violenza ci fa quasi cadere nel tranello della fascinazione: lei che corre in una campagna o in un luogo non ben identificato e isolato, preferibilmente in orari bui, con vestitino e capelli sciolti e una corsa tremenda verso la salvezza. Sembra quasi una macchia sfuocata di un’inquadratura che mira a far salire l’adrenalina dello spettatore che si chiede con l’acqua in gola se riuscirà a vedere chi la perseguita e soprattutto come la ucciderà e non: se la ucciderà.
Vogliamo ancora restare relegati al ruolo di spettatori? E lasciare che quella figura in fuga rimanga oggetto di storie di killer o di stalker, dunque storie di uomini e non di donne?
Questo uno degli interrogativi sottesi all’aperitivo culturale di ieri pomeriggio con: la giornalista Gabriella Grasso, la psicologa Giovanna Sberna, la scrittrice Rosa Maria, l’avvocato penalista Diego Librizzi e Alessandra Maria in veste di moderatrice del dibattito avente a tema Tabù? Parliamone : la violenza non è un segreto. L’importanza di uscire dal silenzio dell’abuso. Le ripercussioni psicologiche sulle vittime di violenza. Abuso e legge: quali gli strumenti di tutela?
Protagonista dunque, la donna e il suo rapporto con la violenza alla luce di due possibilità: tacere o denunciare.
“Pensiamo sempre che: se l’è scelto lei quel mostro, è colpa sua se ci sta e se subisce. Ma il mostro non risiede solo nell’atto della violenza ma anche e soprattutto nell’ impedire alla propria compagna o moglie di pensarla diversamente da lui” ha affermato la giornalista Grasso che ha proseguito “Ho notato poi nei miei studi sul tema che, l’attenzione va spesso all’assassino e non alla vittima e quasi gli si offre possibilità di aver avuto un motivo di fondo nel compiere quell’atto di violenza. Bisogna fare attenzione a come se ne parla e all’uso che si fa delle parole; per esempio, si scambia per raptus quella che poi si rivela essere a tutti gli effetti una premeditazione nei confronti della vittima”.
L’avvocato Librizzi si è invece soffermato sul reato di stalking, riconosciuto come tale qualora il soggetto agente reiteri la propria condotta, condotta che egli reputa giusta perché vuole rientrare a far parte della vita della propria amata ed è per questo che, la vittima in questione, dopo aver fatto denuncia presso un posto di polizia non deve farsi condizionare psicologicamente col rischio di tornare indietro sui suoi passi in nome della famiglia magari, e rendersi così nuovamente potenziale vittima di violenza. La psicologa Sberna ha invece parlato di ciclicità della violenza soffermandosi su tre fasi: 1°: la vittima giustifica gli atti di violenza; 2°: la vittima subisce l’aggressione ma riconosce la brutalità dell’aggressore; 3°:La cosiddetta Luna di miele. Si tenta di riconquistare la vittima per poi tornare alla brutalità. E ricomincia il ciclo. “La donna deve riappropriarsi del proprio sé” ha concluso la psicologa.
In chiusura la presentazione a cura di Rosa Maria del libro Le grida silenziose del cuore di Paolo Volpi (Edizioni c’era una volta). La storia è raccontata in forma di diario da un bambino di nome Paolo e affronta l’indifferenza della società, la superficialità degli organismi preposti, l’omertà di una madre che non denuncia che il marito è violento per non perdere quell’ingresso mensile che permette alla famiglia di avere una vita economicamente dignitosa.
Prossimo appuntamento il 22 luglio, h.19.00, presso Terzo Tempo Cafè – via Don Giovanni Bosco – per parlare con Sibilla Giangreco (psicologa), Damiana Tomasello (Psicoterapeuta Centro Clinico Aleteia), Alessandra Maria (giornalista, copywriter), de La corporeità femminile: sublimazione estetica o mercificazione?
E La bellezza oggetto di Armanda, tra le righe di Delitti al Doppiaggio di Pierluigi Lacquaniti (Edizioni C’era una volta), interviene Rosa Maria
Nel primo aperitivo culturale della Rassegna CulturEstate protagoniste Rosa Maria (Scrittrice), Rosaria Camiolo (Presidente Pro Loco, moderatrice) e Maria La Ferrara, psicologa che si occupa di sostengo psicologico a pazienti oncologici e alle loro famiglie , che ha affrontato l’importanza di leggere ad alta voce e i benefici che può trarne il bambino per lo sviluppo della propria personalità: egli può grazie alla lettura superare dei brutti sentimenti con la fantasia e l’allegria, condividere emozioni, coccole e infittire scambio comunicativo con la mamma. Si acuisce inoltre capacità di ascolto, desiderio di apprendere, calma e serenità.
“ Crediamo che il futuro sia la conoscenza per i bambini” è intervenuta poi la scrittrice Rosa Maria che ha parlato della personale esperienza dei laboratori didattici di Book il libro parlante(edizioni c’era una volta), uno dei due libri presentati nel corso della rassegna e che vanta la prefazione a cura della psicologa Giovanna Sberna e le note della dott.ssa Manuela Faiella
Il libro affronta i problemi dei grandi col linguaggio dei bambini allo scopo di educarli a varie problematiche sociali cui possono andare incontro e fare da supporto a genitori e insegnanti . Temi affrontati: la diversità, l’ individualità, il conformismo, la separazione coniugale e tanto altro. I racconti all’interno di Book il libro parlante, simboleggiano infatti, difficoltà quotidiane reali e fantastiche, metaforiche e reali, oggettive e soggettive.
Infine la presentazione del libro Tartarughe sorprese di Andrea Tamberi, anch’esso edito da Edizioni C’era una volta, e dedicato a Daniela, una ragazza che combatte da anni contro una malattia rara. I proventi che deriveranno dal libro infatti, saranno devolute all’associazione A.I.LA. creata dai genitori dei ragazzi affetti dalla Malattia di Lafora e a UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare onlus.
In tutto questo non è mancato il divertimento per i bambini intrattenuti con animazione e laboratori didattici insieme allo staff di All Season Animazione.
Prossimo appuntamento il 19 luglio alle ore 19.00 per un Aperitivo con Gabriella Grasso (giornalista ), Giovanna Sberna (psicologa), Rosa Maria (Area Manager Regione Sicilia Edizioni C’era una volta), Alessandra Maria (moderatrice) per parlare di Tabù? Parliamone: la violenza non è un segreto.
Livia D’Alotto