Leonforte. Lezione di Pro Loco e Università Popolare sull’operazione Husky 2013

La Pro Loco in collaborazione con l’Università Popolare ha tenuto una lezione sull’operazione Husky 2013. Sullo slargo della villa Bonsignore fra un caffè e un’aperitivo si è svolta così la prima “lezione al tramonto” che interesserà tutto il mese di agosto con temi e protagonisti diversi.

La prof. Giovanna Maria ha esordito dicendo che quella conversazione avrebbe avuto i toni del “cuntu” che i nonni facevano ai nipoti e come tale avrebbe ricucito fatti della storia a momenti della quotidianità paesana che nella storia confluiscono e spesso si perdono. Dai ricordi più che dai fatti, ha affermato la prof. Maria, emerge la pietà della donne che accorsero e soccorsero i soldati feriti e affamati. I soldati visti come figli di mamma e non come amici o nemici. Dai ricordi emerge la confusione del contadino che non capiva chi era l’amico e chi il nemico chi il liberatore e chi l’invasore. “Ziuna alti e rossi di capelli” una vecchina così descrisse gli Americani che poi erano i Canadesi. Giovanotti alti che percorrevano le campagne a sud del paese in cerca di vino e signorine.
La guerra è attraversata da gesti di pietà intrecciati a efferatezze d’ogni sorta e non conosce la differenza fra vittime e carnefici anche i carnefici finiscono troppo spesso col diventare vittime di
un’incomprensibile follia che mette uomini contro uomini, fratelli contro fratelli. Si è dato durante la lezione nome alle “nostre” vittime che sotto le bombe della liberazione persero la vita: Anna
Bettino e Gaetana Gaziano morte nella notte fra l’11 e il 12 luglio altri due morirono due giorni dopo per le ferite di quella notte. A Valentino il 27 luglio poi una bombe tedesca uccise altre cinque persone: Francesca Salamone, Giuseppa Salamone, Palma Venticinque, Giovanni Venticinque e Mercurio Parano. Leonforte in 400 anni di storia annovera solo questo episodio di guerra combattuta fra le sue strade, auguriamoci che il ricordo consapevole di questo tragico momento rimanga un unicum per gli anni a venire. La lezione si è conclusa con la lettura di una annotazione che il capitano Fuller dell’AMIGOT, l’organo militare deputato all’amministrazione dei territori occupati dagli Alleati, fece su Leonforte. Leonforte fu ritenuto il comune più sporco della provincia e questa caratteristica ancora nei libri di scuola degli anni ’50 veniva riportata. Oggi naturalmente le cose sono cambiate, oggi siamo sporchi come molti altri comuni della provincia.

A Leonforte, ridente località dell’entroterra siciulo, le vie a nord della Catena, ultimo presidio spirituale del paese, hanno finalmente un nome. Per diversi anni quella era la zona Sant’Elena e basta oggi invece ogni strada ha un nome proprio: via Cina, via India e altre così cosmopolitanamente intese. Il comune cittadino contento assai della bella trovata si chiede però perchè a quelle vie non si è dato un nome diverso che magari rievocava la nostra storia e il nostro passato.
L’operazione Husky ci ha fatto conoscere vittime e eroi di quella triste pagina di storia non si poteva dedicare a loro quella parte di paese? Certo il comune cittadino non può capire i grandi disegni che stanno dietro a tali scelte e dunque taccia la malalingua che vuole insinuare il sospetto.

Gabriella Grasso

Gabriella Grasso