L’estate leonfortese “A costo zero” comincia dalla tradizione

Leonforte. Tra canti, detti e termini paesani, ieri sera, il primo appuntamento dell’estate leonfortese A costo zero. La Pro Loco in collaborazione con l’Università Popolare ha avviato il primo ciclo di lezioni al tramonto, dinnanzi lo slargo della Villa Bonsignore per rievocare simpaticamente insieme alla prof.ssa Giovanna “detti e termini paesani” le cui derivazioni linguistiche ci riconducono alle origini greco-latine e alle dominazioni spagnole, francesi e arabe. La lingua araba soprattutto, è madre di quella lingua dialettale che è stata propria di molte generazioni leonfortesi. Per dirne una “azzizzata”, che deriva da Aziz e sta a significare splendente. Molti i termini che nel numeroso e variegato pubblico, hanno suscitato ilari risa e naturali aneddoti bisbigliati al compagno a fianco: strolicu, sanfasò, mizzica, ammatula, lastima e ancora i verbi : agghicari, asciari, catuniari. Immancabili le espressioni come: “a tinghitè”; Ne zu né passa ddra; chi nicchi e nacchi”. Nobili origine ha dunque il dialetto leonfortese che si offre come viva testimonianza di culture secolari che non vanno dimenticate. E’ per questo che la stessa prof.ssa, ha ricordato al pubblico che esiste la giornata internazionale della lingua madre, una celebrazione indetta dall’Unesco il 21 febbraio di ogni anno per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo, e ha rivolto un invito affinchè si tenga conto di questa data affinchè la memoria etno-linguistica non si disperda nell’abitudinaria azione di dialettizzazione dell’italiano ma si rinvigorisca nel mantenimento dell’originalità stessa del dialetto.
A rafforzare lo spirito della serata ci ha pensato il Gruppo Folk Granfonte allietando i presenti con canti del mondo contadino. I periodi di semina e di mietitura del grano e il ringraziamento della Madonna del Carmelo, rappresentavano infatti, momenti di incontri popolari dai quali scaturivano canti e melodie per alleviare la fatica del lavoro, nonché la più importante forma di tradizione e trasmissione della lingua orale dialettale.

Livia D’Alotto