Enna. Dalla fine della II guerra mondiale, dall’8 al 12 settembre, la Madonna della Visitazione esposta al Duomo

enna-processione-patrona-montesalvo-300x195Enna. Ogni anno, dall’8 al 12 settembre, a ricordo della fine della seconda guerra mondiale (1940-43), la Madonna della Visitazione viene esposta nella Cappella dei Marmi al Duomo. Fu per decisione congiunta dell’allora Ciantro della Chiesa Madre, Angelo Termine, del sindaco della città, Giuseppe Ferrara, appena nominato primo cittadino dall’amministrazione militare alleata d’occupazione (Amcot), del Vescovo della diocesi, mons. Antonino Catarella e del rettore della Confraternita degli Ignudi che il 12 settembre del ’43 la Madonna della Visitazione fu portata in processione dopo l’annuncio dell’armistizio fatto dal generale Badoglio con le famose parole trasmesse alla radio: “La guerra è finita…”. A quella eccezionale processione parteciparono migliaia di fedeli. Le loro preghiere di ringraziamento verso la Madre Celeste per la fine del secondo conflitto mondiale si levarono al cielo in quel caldo pomeriggio settembrino. In verità la guerra continuò su più fronti per ancora diciotto mesi, sino alla liberazione del 25 aprile 1945. Chi è avanti negli anni ricorda ancora quell’evento, svoltosi con toccanti momenti di pathos. Seguirono il simulacro della Madonna molte donne, mogli e figlie, sorelle e fidanzate dei combattenti che in quel momento si trovavano al fronte, tutte dietro la Vara, a piedi nudi e con i capelli sciolti sulle spalle, per chiedere alla Madonna la grazia per il ritorno a casa sani e salvi dei propri uomini, sparsi nei vari campi di battaglia in Italia, in Africa, in Russia, nei Balcani…o fatti prigionieri e rinchiusi nei campi di concentramento. enna-madonna-cappella-marmiAl grido “Chi vuole Grazie, ricorra a Maria”, tutto il popolo ennese si unì all’invocazione dei portatori del fercolo. Quel giorno di sessantotto anni fa, lungo la salita di Monte Salvo, prima di giungere all’eremo dei frati francescani, un buon numero di soldati, accorsi dalla vicina caserma “La Paglia” del Distretto Militare, aiutò i portatori a superare quell’ultimo impegnativo tratto di strada in salita, anch’essi scalzi indossando una camicia bianca.

Quell’aiuto fu provvidenziale perché quel 12 settembre del ’43 gli Ignudi erano veramente pochi, per lo più ragazzi, sotto i diciotto anni, o anziani più o meno idonei a quello sforzo fisico. La stragrande maggioranza degli aventi diritto alla spalla della Madonna, infatti, era impegnata nelle operazioni belliche. Al rientro al Duomo, otto giorni dopo, non venne accompagnata neppure dalla banda cittadina. Prima d’allora, una sola data nella storia dei riti religiosi di Enna è ancora ricordata come un evento altrettanto straordinario. Per ringraziare la Vergine di aver preservato la città e la popolazione dagli effetti devastanti del sisma dell’11 gennaio 1693, che distrusse gran parte del sud-est della Sicilia, il Simulacro della Padrona fu portato in processione. Una processione “Per grazia ricevuta”, come attestato da Padre Giovanni dei Cappuccini nella settecentesca “Historia di Castrogiovanni” e da Paolo Vetri nella “Storia di Enna” scritta nella seconda metà dell’Ottocento. Il popolo ennese, in quell’occasione, volle ringraziare la Vergine per non aver subìto gravi danni materiali e per non aver avuto vittime, come nel catanese e nel ragusano dove i morti si contarono a migliaia. Da quell’anno, a ricordo del terremoto del 1693, dal 16 dicembre all’11 gennaio, la Madonna è esposta nell’altare maggiore del Duomo, mentre dall’8 al 12 settembre viene aperta, ma rimane esposta nella Cappella dei Marmi. Forse altre volte, nei secoli scorsi, la Patrona è stata portata in processione in occasioni di eventi straordinari, quali calamità naturali o pestilenze, ma nessuna traccia risulta nella storiografia locale.

Salvatore Presti

(Foto processione Montesalvo collezione Guido Caceci)