Ha cessato di esistere il Tribunale di Nicosia. Oltre 140 i denunciati per avere ostacolato il trasferimento e per blocco ferroviario

Nicosia. Da questa mattina i dipendenti del Tribunale di Nicosia hanno preso servizio al Tribunale di Enna. Ad accoglierli uno spiegamento di forze antisommossa in modo abbastanza esagerato (nella foto l’ingresso del Tribunal ennese questa mattina). Furgoni blindati della Polizia di Stato provenienti da Catania e da Palermo quello dei Carabinieri, rafforzato all’interno del “palazzaccio” anche il presidio dei Vigili Urbani. Dopo le dichiarazioni del ministro della Giustizia Cancellieri e gli incontri avuti a Roma dalla parlamenta Maria Greco, il sindaco Malfitano e dalla giunta, con il capo del Dog Luigi Birritteri, che ha spiegato l’impossibilità di concedere la proroga edilizia e di realizzare l’ipotesi del tribunale unico Nicosia Mistretta, che ha una forma non prevista delle leggi dello Stato e pertanto prevede un iter lunghissimo, da ieri una pietra tombale: nessuna proroga, nessuno spiraglio, il tribunale di Nicosia, con la sua storia centenaria cessa di esistere dalla mezzanotte di ieri.
Intanto, rischiano pene fino a 5 anni di carcere i 115 manifestanti che mercoledì per protestare contro la soppressione del tribunale di Nicosia e di quello di Mistretta hanno bloccato i treni sulla tratta Palermo Messina. Si tratta in massima parte di nicosiani che avevano raggiunto Mistretta dove era programmata la manifestazione contro la mancata proroga delle attività dei due tribunali in attesa che venisse valutata dal ministero la proposta di istituire il tribunale dei Nebrodi che dovrebbe riunire i due uffici giudiziari. Molti hanno partecipato al blocco della tratta ferroviaria convinti che non sarebbero seguite conseguenze sul piano penale. I responsabili del Coordinamento per la difesa del tribunale avevano spiegato che è stato istituito un pool di penalisti che difenderanno gratuitamente i manifestanti in caso di denunce, ma probabilmente non è stato chiarito che in caso di proteste che comportano l’interruzione di pubblico servizio ed il blocco di vie di comunicazione come quelle ferroviarie, la denuncia scatta d’ufficio. A complicare la posizione delle persone denunciate per il blocco effettuato nelle stazioni di Capo D’Orlando e Tusa, nel messinese, la circostanza che Trenitalia, che è parte lesa prevede un risarcimento dei danni subiti di circa 1000 euro per ciascun minuto di ritardo. In ogni caso anche se i manifestanti verranno difesi gratuitamente dovranno mettere in conto l’eventuale condanna che solitamente per chi è incensurato è a pochi mesi con la sospensione condizionale, ma anche il pagamento della multa e dell’eventuale risarcimento dei danni. Anche in caso di assoluzione sono da calcolare almeno 4 anni di processi, come avvenuto, ad esempio, per la protesta contro i ritardi nell’istituzione dell’Università Kore di Enna che portò al blocco dell’autostrada A19. Una trentina di persone sono state denunciate per interruzione di pubblico servizio per avere ostacolato, con le manifestazioni di protesta il trasferimento dei fascicoli e alcuni giorni dopo, il trasloco di arredi e attrezzature del tribunale di Nicosia. Il 6 settembre scorso dopo 10 ore di presidio e proteste i Tir che avrebbero dovuto trasportare a Enna gli arredi del tribunale di Nicosia, erano ripartiti vuoti. Infine, i manifestanti hanno deciso di continuare la protesta e la raccolta dei certificati elettorali. Sono già circa 5 mila quelli consegnati dai nicosiani. Chiederanno a tutti i politici locali di strappare le tessere di partito e dimettersi da ogni carica.