Leonforte: Presentato il libro di Gabriella Grasso Madonne d’ogni giorno

Leonforte. E’ stato presentato lo scorso sabato presso la Villa Artemide,  l’opera prima di Gabriella Grasso, Madonne d’ogni giorno;  edita dalla casa editrice Euno Edizioni; in presenza di un numeroso pubblico ansioso di scoprire nuovi talenti leonfortesi, e curioso soprattutto che qualcuno gli narrasse la propria storia: quella fatta di credenze, cunti e racconti che portano con sé  in una particolare cadenza della parlata; che non è dialetto;  la  storia di usi e costumi di un popolo, di un  quartiere o anche solo una via.

La presentazione è  avvenuta nel modo più congeniale al contenuto del libro: rappresentandolo, facendolo rivivere attraverso  le  letture  di alcuni brani a cura di Loredana Lo Pumo, Marta Mangione e Sandro Rossino, attori della  Nuova Compagnia del Canovaccio, intervallati dal repertorio musicale  di Rosa Balistreri, proposto dalla  musicista Alessandra Formica .

A disquisire sul libro, Rosaria Camiolo in compagnia dell’editore, Emilio Barbera. La scrittrice si è riservata per sé pochi minuti finali  fine appunto di far parlare la propria opera.

Gabriella Grasso ci racconta Otto storie di donne che assumono un significato particolare nel piccolo paese di  Roccalumìa che vive e sopravvive delle proprie credenze e dicerie” ha affermato Rosaria  Camiolo che ha continuato “Donne apparentemente autonome ma in realtà legate dalla figura di Donna Prizzita, la cui memoria dopo la morte è affidata a tutte coloro vi abbiano avuto a che fare o ne abbiano sentito parlare”.

La scrittrice, visibilmente emozionata ha speso significative parole sul personaggio dominante del racconto: “Donna Prizzita è un miscuglio di memoria, tradizione, lei fa quello che gli altri non vogliono fare ed esercita un potere di persuasione sulle donne che si affidano a lei, non indifferente e che non credo si sia totalmente estinto  oggi. Ci mostriamo razionali dinnanzi a iettature e credenze simili ma questo non vuol dire che non ci attirino ancora”.

Numerosi gli spunti di riflessione offerti e le inevitabili rievocazioni personali. Chi è Donna Prizzita? In quale forma l’abbiamo conosciuta e come continueremo ad incontrarla?   Quante volte  anche noi, come delle comari  abbiamo parlato di lei, con la disinibizione, la libertà e  la varietà espressiva e veloce  offertaci dalla tecnologia, creandovi attorno un’area di mistero e aggiungendovi particolari  reali, appresi da altri o semplicemente inventati  per il gusto di mostrarci più preparati nell’argomento e avvalendoci sempre  della farse conclusiva e sempre rassicurante  “Mi raccomando però.. non lo dire a nessuno”.


La ragnatela  dei  racconti, nella realtà come nel libro nei suoi otto episodi, continua indisturbata   a ramificarsi in ogni epoca  in una complicità collettiva che scarica alla Donna Prizzita di turno, ciò che non vuole, che rifiuta o di cui non ha più bisogno o che va mantenuto segreto per non svelare l’urgente bisogno che abbiamo di apparire  migliori degli  altri e di farlo sapere omettendo errori o debolezze.  Ma  costringendoci in questo modo, alla memoria, alla rievocazione di un tempo che va sempre migliorato e dunque mutato.

Gabriella Grasso ha avuto l’intuito di raccontarci ciò che non vogliamo dimenticare: persone, fatti, odori, gesti , forme di pensiero capaci di colorare l’infanzia  per forgiare il presente e rendere possibile un futuro  migliore  e   partorire una nuova umanità.

 

Livia D’Alotto



foto: Maria Catalano