Villarosa presidio a oltranza per salvare la Grinplast

Villarosa. Continua, da parte dei dipendenti della Grinplast, il presidio dello stabilimento di contrada Quattro Aratati, cominciato subito dopo aver appreso la notizia che la società era stata. messa in liquidazione il 2 settembre scorso. Una circostanza questa che ha gettato nella costernazione 29 famiglie e nella più cupa disperazione alcuni lavoratori, tant’è vero che due di loro, per protesta, si sono arrampicati sui silos per difendere il posto di lavoro. “L’opificio continua ad essere presidiato ad oltranza – afferma un lavoratore – In settimana dovremmo incontrare, insieme ai sindacati, il liquidatore della società per le questioni che riguardano gli stipendi arretrati, la tredicesima e il Tfr. Nello stesso tempo vorremmo capire cosa se ne vuole fare di questo stabilimento”.

Uno stabilimento che fu la conquista delle lotte di una intera popolazione quando, come ricorda il prof. Mario Montalbano nel suo libro “Fatti e ricordi di un sindaco”, dopo la chiusura delle miniere di zolfo del 1968/69, in un anno “quasi settemila persone emigrarono”. “Eravamo sull’orlo della scomparsa del nostro comune” – scrive Montalbano – da qui la “grande battaglia in consiglio comunale” e la decisione “di coinvolgere il popolo con una manifestazione generale” per chiedere “con forza alla Regione di intervenire” con la realizzazione della diga Morello e sollecitando nello stesso tempo anche la costruzione di industrie per la lavorazione dei sali potassici estratti dalle miniere di Corvillo, di Pasquasia e di Mandre. Speranza di industrializzazione che fu presto disattesa con la promessa però di realizzare lo sviluppo industriale della zona con due attività produttive (la Carpenteria meccanica e la Geco-Elettro, per la produzione di elettrodomestici) oltre alla Plastionica, che avrebbero assorbito oltre 500 posti di lavoro. Di quanto promesso e sperato dalla popolazione, l’unica fabbrica ad essere realizzata fu la Plastionica che sino agli inizi degli anni ’90 diede lavoro a circa un centinaio di lavoratori, i quali furono mandati in prepensionamento con uno scivolo, pagato da mamma Regione, nonostante molti avessero ancora un’età compatibile con un’attività lavorativa. A rilevare la Plastionica fu la Grinplast che oggi, dopo un ventennio di prosperosa produttività, anch’essa, così come tante altre aziende, in uno scenario di generale crisi, ha ritenuto chiudere i battenti.