Enna. Consigliere Scillia, assistenza anziani: “quali sono i reali interessi da tutelare? nella tutela delle cooperative?”

Enna. “Le recenti posizioni assunte da tutti gli attori sulla gestione del servizio di assistenza anziani impongono qualche considerazione; se non altro, per evitare che si attribuiscano ad altri responsabilità proprie e che – come spesso accade – nessuno metta in evidenza le reali ragioni che sottendono alla precarietà e all’inefficienza di un servizio. Per delinearne lo scenario, appare necessario esaminare gli interessi coinvolti: gli anziani, i lavoratori e la gestione del servizio. Questo dovrebbe essere l’ordine di priorità, ma di fatto le posizioni sono invertite. L’attuale modalità scelta dal Comune di Enna per gestire il servizio anziani, è il c.d. Voucher che l’amministrazione rilascia al soggetto che necessita di assistenza domiciliare”, così inizia una lunga riflessione del Consigliere comunale Biagio Scillia, che continua: “Ebbene, qualsiasi soggetto anziano che oggi avesse bisogno di una prestazione temporanea potrebbe acquistare il Voucher anche dal tabaccaio e rivolgersi liberamente a chi vuole. Se invece il Voucher viene fornito dal Comune di Enna l’anziano deve necessariamente rivolgersi alle cooperative che offrono il servizio. Questo, non perché è imposto dalla legge ma perché è così che il Comune ha deciso di gestire il servizio. Ed è proprio risolvendo questa stortura che oggi si potrebbe garantire il servizio a tutti, abbattendo i costi per il Comune, mantenendo lo stesso livello occupazionale e assicurando maggiori entrate agli operatori. Per ottenere questo, l’amministrazione dovrebbe istituire un elenco di soggetti, in possesso di tutti i requisiti necessari per svolgere la attività di assistenza agli anziani, consegnare il Voucher e l’elenco all’anziano e lasciare il soggetto fruitore del servizio libero di rivolgersi a qualsivoglia operatore, che risulti iscritto nell’istituito elenco comunale.
In tal modo, l’amministrazione non assumerebbe alcun onere di vigilanza in più rispetto a quello a cui oggi è tenuta, ed investirebbe meno somme, in quanto verrebbe meno la quota che rappresenta l’utile delle cooperative; gli operatori, per la stessa ragione, guadagnerebbero di più e gli anziani avrebbero garantito con continuità il servizio. Questa proposta già sottoposta all’attenzione dell’assessore competente non ha trovato alcun riscontro. C’è allora da chiedersi quali sono nella vicenda i reali interessi da tutelare. Gli anziani ai quali spetta il servizio, i lavoratori, entrambi o invece, il vero interesse sta nella tutela delle cooperative e della loro gestione? Di questo si preferisce non parlare. Allora diventa facile dire che un servizio non funziona perché non ci sono fondi o perché la necessità dei tagli impone delle scelte che spesso penalizzano anche l’assistenza delle fasce deboli.
Ma se una amministrazione fa delle scelte è tra queste c’è la cospicua elargizione di somme di denaro per incarichi privi di utilità o per la sovvenzione di associazioni che non riescono a portare avanti attività che invece il vero volontariato, senza oneri, mantiene da anni, la causa del disservizio non è certo da attribuire al famigerato patto di stabilità. In riferimento poi ai finanziamenti europei previsti dal P.A.C e citati in questi giorni, va detto che periodicamente vengono pubblicate in gazzetta bandi e avvisi inerenti il finanziamento di qualsivoglia attività ai quali l’amministrazione diserta o deposita le istanze dopo la scadenza dei termini o per i quali offre la propria partership senza neppure mantenere un ruolo di ente capofila. Alla luce di queste considerazioni neanche la scusa della mancanza di fondi regge come giustificazione alla mancanza di un servizio. E allora, ritornando a quanto sopra detto, ristabiliamo l’ordine delle priorità e degli interessi e forse qualcosa cambierà”.