Tumulate a Troina due salme di migranti del naufragio di Lampedusa

Troina. Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, nelle cappelle delle confraternite san Rocco e Maria SS dell’Annunziata nel cimitero comunale, sono state tumulate due di quelle trecento salme di migranti, che hanno perso la vita nel tragico naufragio a circa 600 metri dalle coste di Lampedusa, recuperate dai soccorritori. Ad accoglierle c’erano il sacerdote Pietro Maccarrone, che ha impartito la benedizione, la giunta municipale, alcuni consiglieri comunali, i governatori delle 8 confraternite e un gruppo di scout. E’ probabile che altre salme di questi migranti saranno tumulate nel cimitero del paese perché hanno messo a disposizioni i loculi delle loro cappelle le altre sei confraternite: san Silvestro, san Salvatore, san Sebastiano, sant’Antonio, Maria SS Immacolata e san Giuseppe. E’ un gesto di grande umanità quello delle confraternite troinesi, che hanno interpretato la sincera commozione dei troinesi per il tragico naufragio nel quale hanno perso la loro vita 300 migranti in fuga dai loro paesi in guerra e dalla povertà. Non c’è solo il sentimento di umana pietà. Troina è stato dalla fine dell’800 fino alla seconda metà del ‘900, un paese dal quale in molti sono partiti per cercare fortuna altrove. Ed è vivo nella loro memoria collettiva il dramma dell’emigrazione vissuto dalle loro famiglie. Quasi tutti i troinesi rimasti in paese hanno un parente in Argentina, Venezuela, Brasile, Usa, Germania, Francia e Olanda. Negli anni ’60 del Novecento, gli anni del cosiddetto miracolo economico italiano caratterizzato dalla spettacolare crescita delle industrie del nord Italia, i flussi di emigrati troinesi si diressero verso le tre regioni del triangolo industriale Lombardia, Liguria e Piemonte. Molti di quelli che sono andati via da Troina negli anni passati non sono più tornati perché hanno messo radici nei paesi che li hanno accolti. L’emigrazione è una dolorosa esperienza umana. Lasciare il proprio paese per cercare una soddisfacente realizzazione economica e sociale in un paese lontano e diverso dal proprio, dà la sensazione di uno sradicamento e spaesamento perché non è facile integrarsi in un altro paese che ha cultura, tradizioni e modi di vita diversi da quelli del paese di provenienza. Hanno pensato anche a tutto questo le confraternite, quando hanno deciso di mettere a disposizione i loculi delle loro cappelle per le salme dei migranti morti nel naufragio.

Silvano Privitera