Report migrazione CGIL: Enna perde attrattività. I migranti non si fermano più a Enna, anzi vanno via

migrantiEnna. Per Giovanni Rabiolo l’occasione di presentare un report sulla migrazione è data dalla giornata mondiale dei migranti del prossimo 18 dicembre. Questi i dati elaborati dalla Cgil ennese:
“Il Servizio Migrazione della CGIL di Enna analizza i dati relativi al flusso dei migranti nei vari anni: conclude che Enna perde attrattività, in questi anni di naufragio del Paese.
“Donne e migranti con le loro nuove imprese possono salvare il Paese”, afferma la Segretaria Generale della Camera del Lavoro Territoriale, Rita Magnano. ”Ma Enna riesce a salire sulla scialuppa di salvataggio? – continua – Può salvarsi anche con il contributo dei migranti, da considerare, tuttavia, soggetti con cui interagire nell’uguaglianza. con pari dignità. Al nostro Paese gli immigrati non devono servire per riempire il vuoto di lavoro servile, di fiducia e intraprendenza, ma per acquisire, insieme nel confronto, la consapevolezza di quanto ciascuna parte possa valere”.
E poiché saper parlare la lingua è importante per poter acquisire i permessi di soggiorno, si è concordato con l’associazione Terra Matta di tener un corso di italiano di base, finanziato dalla Chiesa Valdese.
“Enna è una piccola ONU” ebbe ad affermare il Card. Arinze quando nel maggio 2012 ascoltava la relazione sull’immigrazione offerta dal responsabile del Servizio Migrazione CGIL, Giovanni Rabiolo. Quasi 70 sono le etnie presenti in provincia. A fornire i dati prima di tutto la Questura, ma anche il Ministero dell’interno, il report della Caritas-Migrantes, il Dossier statistico dell’UNAR e dell’IDOS. Un dato è certo: i migranti non si fermano più a Enna, anzi vanno via, verso altre città o stati, o addirittura verso i paesi di origine. Un segnale bruttissimo. Infatti avanza l’insicurezza economica e sociale nel Paese… che purtroppo scivola verso il 50° posto nella graduatoria mondiale della corruzione e al 70° posto nella lista della libertà. Il 50% di chi va via è cittadino comunitario (rumeno, polacco…).
D’altro lato in questa terra le barriere che gli immigrati devono superare sono troppe. Una di queste barriere è, per esempio, l’ottenimento della cittadinanza, che a Enna diventa più difficile. Succede infatti che a un minore,la cui madre è italiana, avendo questa sposato un italiano, non viene riconosciuta l’automatica acquisizione della cittadinanza italiana. Non parliamo delle discriminazioni in campo sanitario che gli immigrati devono subire. Solo ieri si è appreso di un ambulatorio per gli immigrati organizzato dall’ASP. E dire che Enna sarebbe in testa alla classifica nazionale (18° posto) per l’inserimento sociale. Ma scende al 97° per l’inserimento lavorativo. “Che fine ha fatto il diritto all’integrazione?”, si domanda Dobra Kalina, con una famiglia di 4 componenti e marito disoccupato, come lei stessa.
Intanto i nuovi permessi rilasciati dalla Questura nel corrente anno sono scesi di quasi il 50%, passando da 160, nel 2012, a 81. Anche i rinnovi sono diminuiti di 100 unità. Di conseguenza i minori da 378, nel 2012, sono passati a 322. La diminuzione riguarda soprattutto i cittadini europei (che da 2030 sono scesi a 1300), mentre i cittadini extracomunitari passano da 1220 a 1284. Complessivamente Enna ancora si arricchisce della presenza di immigrati, che nel 2002 erano in 710, successivamente 2477 nel 2008 e oggi son presenti, tra extracomunitari e comunitari, 2534, che rappresentano l’1,8% della popolazione ( poco rispetto al 7,4% della media italiana e al 2,8 della media siciliana). Il 7% di questi ha una propria impresa che produce e crea lavoro.
Oggi la città di Enna conta 490 extracomunitari e 310 comunitari; ma nel 2012 era circa mille. E non si dica che gli immigrati siano assistiti e costituiscano un costo per l’Italia, mentre produrrebbero circa 13 miliardi di euro l’anno, ottenendone indietro 11”.