Bilanci comuni: Agira, Barrafranca e Nicosia nel mirino della Corte dei Conti

Bilanci disastrati, spesa fuori controllo, risposta laconiche alle richieste di adottare misure correttive.
Tre amministrazioni comunali redarguite pesantemente dalla Sezione di controllo della Corte dei conti: Nicosia, Agira e Barrafranca. Ma è quest’ultima quella su cui si concentrano i rilievi dei magistrati contabili, che paventano il pericolo del dissesto finanziario.
Barrafranca.«Emerge in maniera inequivocabile che la situazione finanziaria del Comune di Barrafranca presenta evidenti squilibri strutturali di bilancio suscettibili di provocarne il dissesto». È la sintesi della deliberazione che concede 60 per inviare la delibera consiliare di adozione delle misure correttive. Già a luglio la Sezione aveva segnalato sul bilancio consuntivo 2011 il deficit di cassa e il ricorso ininterrotto ad anticipazione di tesoreria con uno scoperto di 843.142 euro e un aggravio di oneri per interessi di 13.702 euro, debiti fuori bilancio non riconosciuti per 3.966.891 di euro di cui circa 1.800.000 nei confronti dell’Ato Ennauno, un’incidenza della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente pari al 57,81%. E per il bilancio di previsione 2012 “l’inattendibilità delle previsioni di spesa e la rilevazione di un disavanzo di parte corrente coperto con l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione ed altre entrate di carattere straordinario”. Ignorando la richiesta di adottare le misure correttive, il 9 ottobre 2013 il sindaco ha inviato una nota con “proprie deduzioni non supportate da documenti a corredo. Tali deduzioni – si legge nella deliberazione – non assumono il carattere di misure correttive, né risultano approvate dal competente consiglio comunale”. Da qui l’ultimatum dopo il quale verrà avviata la procedura per la dichiarazione di dissesto.
Nicosia E Agira. Ad entrambi i Comuni la Sezione aveva già notificato la scorsa estate deliberazioni dalle quali emergevano gravi criticità nei bilanci.
Nel caso di Nicosia, in particolare, debiti fuori bilancio da riconoscere a fine esercizio 2011 per 278.828 euro e altri 428.403 euro già riconosciuti, l’assenza di accertamento e di riscossione delle entrate da recupero evasione tributaria per la Tarsu, un’incidenza percentuale della spesa per il personale sulla spesa corrente del 50,79%. L’unica replica alle contestazioni era stata l’invio della delibera adottata dal Consiglio comunale il 23 ottobre che da mandato agli uffici “per migliorare la spesa di personale sul prossimo esercizio, localizzando i punti deboli e trovando le soluzioni possibili”. “Si formalizzi per iscritto – si legge ancora nella delibera – una contestazione da cui emerga che il Consiglio comunale pur avendo i conti in ordine, a causa del malgoverno dell’Ato si trova a dover rischiare di andare incontro a conseguenze normative, contabili ed amministrative per cause non imputabili al Comune; da inviare alle autorità governative e regionali sovracomunali”. La Sezione ha così constato l’inadempienza “che appare particolarmente grave in considerazione della rilevanza delle criticità riscontrate ai fini del mantenimento degli equilibri di bilancio dell’ente e della grave situazione finanziaria in cui è venuto a trovarsi il Comune in conseguenza della mancata rimozione delle stesse” e concesso 60 giorni per adottare le misure necessarie. Stessa ingiunzione per il Comune di Agira che aveva replicato ai rilievi mossi manifestando, attraverso il segretario comunale e responsabile dei servizi finanziari Rosario Scrofani “difficoltà organizzative del settore”.

ANTONIO DI GIOVANNI per il Giornale di Sicilia