Enna. “Basta l’autocertificazione per essere assunti?”; la denuncia di una infermiera

“Da due anni attendo che la giustizia faccia il suo corso e dica se le mie denunce sulla stabilizzazione di alcuni infermieri hanno fondatezza”. Inizia così lo sfogo di Rosa Maria Tilaro, una infermiera professionale di Enna che ha esposto, due anni fa, una denuncia nei confronti dei responsabili della Asp 4 di Enna a seguito di un bando. I fatti sono presto detti. Nel dicembre 2009, racconta la signora Tilaro, l’Asp emana un bando per la stabilizzazione di personale precario non dirigenziale individuando i posti per due assistenti amministrativi e sei collaboratori professionali sanitari – infermiere. “Il bando – aggiunge la signora Tilaro – fissa anche i requisiti ed esclude dal bando i soggetti che risultano essere assunti con contratto a tempo indeterminato presso un’altra pubblica amministrazione al 31 dicembre 2007 e alla data di presentazione dell’istanza”.

E qui il racconto della signora ha una pausa perchè, secondo lei, qui qualcosa di strano succede. “Innanzitutto su sei posti disponibili ne vengono assunti cinque e secondo me due non hanno i requisiti perchè, come ho dimostrato a chi di competenza, in precedenza una aveva avuto un incarico di supplenza all’Usl 4 ed un’altra all’Azienda Ospedaliera. Nell’autocertificazione questi trascorsi non sono invece stati scritti” dice la signora che pone un interrogativo: “Basta presentare solo un’autocertificazione senza poi allegare i documenti in originale? Evidentemente si”. L’infermiera, quindi, si appella presentando inizialmente un ricorso amministrativo nella primavera del 2010 sulle discrepanze tra bando e personale assunto, ma di notizie certe non ne arrivano; nel marzo 2013, invece, presenta denuncia presso la Guardia di Finanza.

“Oggi aspettiamo la sentenza del Tar, ma noto una lentezza burocratica, voglio continuare a credere nella giustizia, ma credo sia arrivato il momento di prendere una decisione, voglio solo sapere se ho ragione o no, perchè nessuno mi da una risposta?”.

La rabbia di Rosa Maria Tilaro aumenta quando pensa che “le infermiere in causa sono già in servizio dal gennaio 2011”.
Oggi, quindi, chiede soltanto che gli vengano date risposte certe dopo due anni di tergiversare ed accuse anche da qualche collega.