Anfe. Il Commissario critica le scelte dell’Assessore: “Puniti per colpe non nostre”

formazioneRevoca dell’accreditamento per l’Anfe di Enna. È questa la dura decisione della Regione che crea, però, non pochi malumori perchè si fanno pagare le colpe del passato. Alla base della decisione dell’assessore alla Formazione Nelli Scilabra la verifica su condotte illecite aventi rilevanza penale reiterate dal 2006 in poi. Questa motivazione non convince per nulla l’attuale commissario Valerio Eufrate che recrimina: “Paghiamo colpe non nostre perchè in questi anni di mio commissariamento non ci sono stati problemi”. La vicenda ennese prende spunto da una precedente azione che aveva portato al centro della cronaca l’Anfe di Catania guidata da Giuseppe Saffo, fratello di Alessandro che invece era alla guida dell’Anfe ennese. Le fatture gonfiate furono la dura accusa per l’ente di formazione catanese.
Alessandro Saffo, invece, si dimise dall’Anfe di Enna nel dicembre del 2012 a cui seguirono dei commissariamenti.
“Ho preso servizio il 1° luglio 2012 con l’obiettivo di concludere le attività formative in corso e l’ho fatto con succeso riconoscendo anche le spettanze diversamente dagli anni precedenti” è la precisazione di Valerio Eufrate che guida anche l’Anfe di Caltanissetta.
Il Commissario, che si è reso disponibile a chiarire la vicenda, si è detto “molto perplesso per la revoca, l’accusa di condotta illecita si riferisce ad altri rendiconti, atti amministrativi riferibili alla sua gestione” dice Eufrate parlando di Saffo.
Dal gennaio 2013, assicura Eufrate, tutto è in regola: “Abbiamo presentato dei progetti che sono stati considerati regolari e fino a ieri (martedì per chi legge ndr) abbiamo sollecitato ed aspettato il decreto per le attività 2013-2014 ed invece è arrivata questa notizia che ci punisce per colpe non nostre e senza che fosse arrivato nulla di ufficiale”. Insomma, il Commissario non ci sta che passi il messaggio che l’Anfe di Enna paghi colpe per la gestione attuale e rilancia: “Darò tutte le carte ad un avvocato perchè il personale va salvaguardato e retribuito, la Regione non può lavarsi le mani, io li ho tenuti in servizio perchè nulla lasciava presagire a questo epilogo e neanche da Palermo sono arrivati segnali in tal senso”.
A rischiare adesso sono quattordici dipendenti: “Convocherà i sindacati per illustrare quali sono le vie d’uscita”. Ma Eufrate una soluzione, anche per altri dipendenti siciliani, l’aveva trovata: “Avevo proposto di transitare all’Anfe di Caltanissetta, ma mi hanno risposto di no ed anche in malo modo. Ho come l’impressione che la politica è quella di chiedere la formazione”.