Scozz’, scotz, scottis, schottish, chiamalo come vuoi in Aidone significa divertimento e carnevale

scozz_nel_festino_aidoneseAidone. Anche quest’anno voglio proporre un articolo dedicato allo scozz’, come lo chiamiamo in Aidone , o scotz, scottish, scotis, scottis, come più comunemente è definito altrove e dagli addetti ai lavori. È il ballo tipico che anima allegramente le piste da ballo dei festini aidonesi; sia gli ospiti di sala che le maschere in visita, senza distinzione di età e condizione (come appare dalla foto), per nessuna ragione al mondo si perderebbero l’occasione di lanciarsi in un lungo scozz. Con questo saldo un debito contratto con Antonella Castagna del gruppo folk Kore di Enna e del professore Pino Gala che l’anno scorso nei giorni di carnevale hanno voluto essere presenti in Aidone per osservare, studiare registrare il ballo e, come sempre accade, non hanno mancato di lasciarsi coinvolgere nell’euforia generale. Una cosa è vederlo ballato su richiesta di osservatori esterni e un’altra è far parte della festa e vedere coi propri occhi come, a quelle note, nella stessa sala siano impegnati giovani, anziani e perfino i ragazzini che fino a un momento prima si dimenavano nell’ultimo ballo alla moda. La professoressa M. Luisa Antonella Castagna, presidente dell’Associazione, “Accademia di studi e ricerche sul Folklore Kòre” di Enna, fin dal 2005, ha inserito lo scozz’ nel programma dei balli tradizionali che il gruppo porta in giro per il mondo, creando delle coreografie diversificate nelle sue performance, insieme ad una variante con i fazzoletti, e contribuendo ad una sua più ampia divulgazione a livello, non solo regionale, ma anche nazionale ed internazionale. L’Associazione da 12 anni si occupa di recuperare le tradizioni popolari siciliane, di Enna e della sua provincia in particolare, principalmente canti sacri e profani e balli tipici, quali le contraddanze, i “ballittu e scottis”. È stato questo lavoro di ricerca che li ha portati ad occuparsi dello scozz’ di Aidone, uno dei pochi paesi dell’area centro orientale della Sicilia in cui ancora si frequenta questo ballo ottocentesco, presente, invece, in molti paesi delle province di Palermo e Agrigento tra cui, Geraci Siculo, Petralia Sottana, Tortorici, Prizzi, e infine Giuliana e Chiusa Sclafani, dove invece si balla una versione dello scottis a tre, due donne e un uomo che si tengono uniti con i fazzoletti.
Il professore Giuseppe Michele Gala, di Canosa di Puglia, insegnante al liceo artistico di Firenze, ricercatore etnocoreologo e antropologo della danza, che ha svolto intensa attività di ricerca sul campo in quasi tutte le regioni italiane e ha raccolto oltre 700 esempi di balli popolari accolti nell’Archivio di Documentazione Etnocoreutica, ha documentato questo ballo nelle sue varianti anche in sue pubblicazioni e riviste; nel sito Taranta.it ne scrive in un interessante articolo da cui apprendiamo che il ballo fa parte delle polke figurate e compare nella prima metà dell’Ottocento in Germania con il nome schottishe, si diffonde in Francia e poi in tutta Europa come danza a coppie miste e plurime “passando attraverso gli ambienti della piccola borghesia di paese, entra poi, insieme al valzer, alla polka e alla mazurca, nel mondo contadino. In Italia sono state documentate alcune decine di scotis (il ballo è detto anche con molte varianti lessicali locali) tutte a struttura rigidamente chiusa su un fraseggio musicale prestabilito”
Nel Carnevale 2013 il prof. Gala, in collaborazione con il Presidente Regionale della F.I.T.P., Alfio Russo di Catania, ed il Presidente del gruppo Kòre Prof.ssa Antonella Castagna di Enna, hanno registrato Aidone lo scozz’ nel suo ambiente naturale; accolti calorosamente al Circolo democratico e negli altri festini hanno potuto osservare e filmare i ballerini nel loro elemento naturale constatando che non si tratta di un reperto archeologico ma di un ballo vivo e amato appassionatamente dagli aidonesi di tutte le età. Infatti il ballo, in modo immutato, viene praticato da tutta la popolazione, contrariamente a quanto avviene in altre realtà in cui balli come il nostro, divenuti ormai stereotipati sono archiviati come preziosi documenti storici, o divulgati nelle performance di gruppi folk come il Kore, ma cessano di essere occasione viva di puro divertimento.
Franca Ciantia
(in questo video lo scozz’ eseguito dai ballerini della Kore)
http://www.youtube.com/watch?v=D8q5bgYTjL0&feature=share