Piazza Armerina, carenza di personale al Centro Alzheimer dell’ospedale

centro diurno Alzheimer (4)A più di due mesi dall’attivazione del Centro diurno Alzheimer all’interno dell’ospedale “Chiello” di Piazza Armerina, si registra delle manchevolezze che possono costituire ostacolo nell’assistenza ai malati. Intanto c’è da registrare, che il personale sanitario previsto è stranamente ridotto all’osso nonostante i solleciti e malgrado la struttura (diretta dal neurologo Claudio Millia) abbia ottenuto importanti risultati sia in termini di terapia e riabilitazione che nell’ avere creato un qualificato punto di riferimento per i tanti pazienti e le loro famiglie, per anni quasi abbandonati a se stessi nella gestione di questa esperienza sicuramente tremenda. Gli sforzi per creare una fattiva collaborazione, soprattutto con la Direzione sanitaria, sono quasi falliti. Non si capisce del perché ci sia un atteggiamento quasi di ostruzione o di scarso interesse, nonostante il Centro abbia le potenzialità per diventare un punto di riferimento regionale.
Per ogni richiesta avanzata ci sono lunghi tempi di attesa. È mancato nei mesi più freddi un sistema di riscaldamento adeguato per gli ampi locali che ospitano i pazienti, manca la definizione di una Carta dei servizi che regoli l’attività della struttura e quindi i rapporti tra Azienda sanitaria ed il territorio. Si parla della istituzione di una Rsa presso il Distretto di Leonforte, che sarà gestita da una cooperativa di Trapani su una struttura realizzata dall’imprenditore Buono, che prevede un nucleo Alzheimer per 20 posti, diurno e notturno, ed ovviamente ci si chiede quale è il percorso per cui questa struttura si inserisca nella assistenza clinica della malattia con le sue fasi di progressiva gravità. Recentemente è stata applicata una nuova procedura nel rinnovo dei Piani terapeutici e si è assistito ad una situazione di vera confusione con pazienti sballottati da un ufficio ad un altro in attesa di ricevere quanto richiesto. I malati di Alzheimer e le loro famiglie chiedono risposte chiare e precise ai loro problemi nell’affrontare quotidianamente le mille difficoltà da cui sono costretti in relazione ad una malattia che è terribile. Risulta scarsamente comprensibile come, avendo le risorse, avendo i professionisti, invece di incentivare un percorso di civiltà sociale e sanitaria, si assiste ad atteggiamenti che nulla hanno a che fare con la salute dei malati e la serenità dei loro familiari.
Dai vertici dell’Azienda sanitaria si aspettano risposte concrete e immediate. Le famiglie dei malati, soprattutto come Aima, si aspettano che essendo stato creato questo importante riferimento nell’ospedale “Chiello” di Piazza Armerina, si lavori insieme per potenziarlo e renderlo sempre più consono alle necessità che la malattia impone tenuto conto della progressività in termini di incidenza che la malattia presenta a livello mondiale. Cercare di rendere l’iniziativa precaria o addirittura a termine sarebbe sicuramente un sacrilegio nei confronti di chi soffre una malattia che è inguaribile.