Prostituzione minorile. Enna: si conclude il processo Pandemia

prostituzione minorileMartedì prossimo, potrebbe arrivare la sentenza nel processo “Pandemia”, che riguarda un giro di prostituzione minorile, organizzato da una donna L.B. ,che ha utilizzato la sua presunta nipote, offrendola si suoi clienti per fare soldi. Il giro è stato scoperto nel settembre del 2012 dagli agenti della squadra mobile, diretta dal vice questore Giovanni Cuciti. Il 27 maggio è prevista la requisitoria del Pm e subito dopo dovrebbe esserci la sentenza. Quasi tutti gli imputati, a dire il vero, clienti della ragazzina, oggi ospite di una comunità di recupero, rischiano pene miti, perché “il codice penale punisce chi ha rapporti con prostitute minorenni con “la reclusione da sei mesi a tre anni o una multa non inferiore a 5.164 euro”. Ad aprire l’udienza del 27 maggio sarà il Pm Maria Pia Ticino, che ha coordinato l’inchiesta degli agenti del vicequestore Giovanni Cuciti. Gli imputati sono quattro e difesi dagli avvocati Gabriele Cantaro, Giuliana Conte , Mario Costa, Francesco Costantino, Salvatore Ganci, Giovanni Palermo. Altri 8 clienti hanno patteggiato e sono stati condannati a 6 mesi o ad 1 anno di reclusione, con la condizionale, a seconda se abbiano avuto rapporti con la ragazzina quando aveva 15 o 16 anni. La cosiddetta “zia”, difesa dall’avvocato Franco Puzzo, è accusata di sfruttamento della prostituzione. Gli incontri sessuali a pagamento si sarebbero svolti ad Enna, Calascibetta, Villarosa, Campobello di Licata, nell’Agrigentino, a Misterbianco e Catania, dal dicembre 2011 a settembre del 2012. La ragazzina si è costituita parte civile, attraverso il tutore nominato dal Tribunale. Il 27 maggio dopo la requisitori del Pm, ci saranno le arringhe dei difensori degli imputati, della parte civile e quindi la sentenza. Sono durate sei mesi le indagini della squadra mobile, nel corso dei quali sarebbero stati rilevati i luoghi dove si consumavano gli appuntamenti con i clienti e dialoghi fra la donna e la ragazza a dimostrazione che la donna sfruttava bene la presenza della ragazzina, le cui prestazioni venivano pagate molto bene dai clienti; ovviamente alcuni clienti sono, accusati di prostituzione minorile, aggravata dal fatto che la vittima aveva un’età al di sotto dei quindici anni.