Regalbuto. Lo storico Bar Roma festeggia ottant’anni

regalbuto bar romaDomani a Regalbuto si festeggiano gli ottant’anni dello storico Bar Roma. Un locale intriso di ricordi per tante generazioni che lì hanno trascorso gran parte del loro tempo in una partita a carte, con l’immancabile caffè caldo d’inverno freddo d’estate servito dal proprietario la cui caratteristica era il suo immancabile fazzoletto tra il collo e il colletto della camicia e che ogni giorno ci raccontava momenti della sua vita che noi giovani sognavamo o gli infiniti commenti sportivi, lui tifoso del Torino. Il Bar Roma è stato da sempre forse uno dei bar più frequentati dai giovani che venivano accolti dal sorriso sempre smagliante di Salvatore che contrastava con la serietà e severità di suo padre sempre accanto dietro il bancone che vigilava sugli eventuali “sconti” che il figlio a volte effettuava a noi giovani quando non avevamo tutto il denaro per pagarci un caffè o una gazzosa o una birra. Lì ricevetti la mia prima tessera di “cornuto” (quella numero 1 era di Salvatore e la 2 del nostro presidente Armando Cardaci), lì abbiamo votato il più bel “c…” di Regalbuto, con la consegna della coppa tra applausi e bevuta di spumante, offerta dal proprietario/figlio. Ma si possono raccontare tanti aneddoti anche oggi e per tutti gli ottant’anni della sua storia. Domani 9 giugno non si festeggerà solamente un anniversario ma un film la cui trama è stata scritta da ognuno che ha frequentato (e continua a farlo), quel locale. Ricordi che domani sera si racconteranno tra un bicchiere e una fetta di torta, tra una risata e l’altra come se per un attimo si voglia fermare il tempo. Il BAR ROMA nasce negli anni che precedono il 1934. Il secondo gestore, D’Agostino commerciante dell’epoca, rimase proprietario del bar omonimo per poco più di un anno. Non si hanno notizie certe relative ai primi titolari. Nel corso degli anni trenta, esattamente 1934, la gestione del “caffè” passò al Signor L’Episcopo Vincenzo, che gestì il bar assieme alla moglie Giuseppa per parecchio tempo. A supportare i genitori, dopo qualche decennio, subentrò il figlio Salvatore. In quel periodo non esistevano le sofisticate attrezzature di oggi, per cui i prodotti, come pure molte “bevande”, si preparavano manualmente. I cannoli, gli iris, i bersaglieri i totò le brioches e moltissimi altri prodotti di pasticceria, anche i gelati e le granite, erano sapientemente preparati in una piccola stanza adibita a laboratorio, retrostante al “Caffè” . L’orzata, la gassosa o l’aranciata, invece, si preparavano con un rudimentale attrezzo. Eravamo nel “ bel mezzo ” del secondo conflitto mondiale. Mancava lo zucchero e tantissime materie prime……!!! Poi la svolta. La fine della guerra e la lenta ripresa. Il periodo d’oro coincide con la costruzione dell’invaso del Pozzillo negli anni cinquanta. Il Bar era, anche, ritrovo di tutti gli ingegneri, operai e artigiani che si occupavano della costruzione della diga…. È il tempo del biliardo, delle infinite partite a carte…..in un retrobar annerito da migliaia di sigarette. Si iniziava a leggere di più e si poteva trovare all’interno del locale il primo quotidiano, ”La Sicilia” ovviamente in un clima che ….. non fu mai “per le donne”. Poi il servizio di leva del figlio e l’abbandono del Bar per due lunghi anni. Firenze…… !! Bisogno di cambiamento e di iniziare una nuova attività in Toscana. Le pressioni dei genitori, quasi, lo obbligano a tornare e a continuare ciò che aveva lasciato. Il Bar era frequentatissimo, all’epoca, da giovanissimi e da sportivi, specialmente calciatori del luogo. I genitori alla fine degli anni sessanta inizi settanta lasciano definitivamente la gestione al figlio che dopo il matrimonio sarà supportato dalla moglie Franca. Così si continua per molti anni, tra alti e bassi, circondati sempre da tanto affetto, fino al 1984 (16 agosto) anno in cui il figlio Salvatore, il padre, passa a nuova vita. Da qui iniziamo noi…….. che con grande rispetto e devozione ci avviciniamo a questi 78 anni di storia, sperando di renderle onore.