I primi ad essere felicemente sorpresi dall’affermazione espressa nel titolo del convegno – “Aidone modello per una nuova politica europea sull’integrazione”- sono stati i numerosi aidonesi presenti al convegno, che, pur vivendo in modo naturale e positivo l’inserimento di un centinaio di migranti, accolti a vario titolo nel piccolo centro che sfiora i 5000 abitanti, non pensavano certo di poter essere “additati” come modello di accoglienza ed integrazione. Se lo sono sentito ripetere più volte nel corso degli interventi che hanno fatto chiarezza sui modi e le forme dell’accoglienza dello SPRAR aidonese. Oltre ai migranti ospitati nella maniera tradizionale presso l’hotel Morgantina e il gruppo di minori non accompagnati, ospitati presso il Centro d’Accoglienza Zingale-Acquino gestito dalla Fondazione Vincenzi, vivono in Aidone una sessantina di migranti, provenienti in gran parte dall’Africa, ma anche da Pakistan, India e Iraq, accolti nelle comunità diffuse ospitate in 12 abitazioni, tra di essi ci sono anche alcuni nuclei famigliari. Questa delle comunità diffuse è la scommessa dello SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, che, attraverso “l’accoglienza integrata” si propone di “superare la mera distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico” o in parole più semplici, come ha detto il Prefetto, “la vera sfida non è garantire un tetto e un pasto, ma un futuro, nel rispetto delle motivazioni e della cultura di ogni migrante”. Attraverso il coinvolgimento diretto dell’ente locale, con fondi ministeriali ed europei, si garantisce a queste piccole comunità una casa dignitosa -in Aidone si è optato per le case ammobiliate, disabitate e molto numerose-, i buoni spesa spendibili nei supermercati locali e una cifra giornaliera di sussistenza. I migranti in certo qual modo si autogestiscono, sono responsabilizzati e vivono una vita da cittadini e non da semplici ospiti. La convivenza in piccoli gruppi omogenei, per cultura e provenienza, serve ad evitare disagi culturali e linguistici, previene eventuali conflitti e, con la diffusione nel tessuto urbano, scongiura la ghettizzazione. Il prefetto ha illustrato le finalità e i buoni risultati dell’esperienza degli SPRAR, ma, in risposta alle giuste preoccupazioni per la gestione dei migranti in un numero elevato ed in continuo aumento, ha anticipato che, nell’incontro avvenuto in questi giorni con il Ministro dell’Interno, i prefetti hanno avuto rassicurazioni sulla pubblicazione in tempi rapidi di un apposito DL che permetterà di aumentare considerevolmente il numero delle Commissioni Territoriali per la valutazione delle domande di asilo. Oggi le commissioni sono una decina in tutta Italia, un numero del tutto insufficiente che provoca una dilatazione esagerata dei tempi di valutazione delle domande e del rilascio del permesso di soggiorno, che permetterebbe ai migranti di spostarsi liberamente in Italia ed in Europa alla ricerca di un lavoro e di una sistemazione definitiva.
Gli interventi sono stati tutti molto interessanti e coinvolgenti e, per una volta, i partecipanti sono uscita con la bella sensazione che nel loro piccolo centro si stia tenendo a battesimo una nuova accoglienza diversa dal solito approccio buonista, fatto spesso solo di assistenza a fondo perduto e di solidarietà individuale, che pure in Aidone è stata sempre molto forte.
Franca Ciantia