Dal 31 luglio al 5 agosto 1943 Troina fu teatro di sanguinose battaglie combattute in Sicilia dalle forze italotedesche

Robert Capa battaglia di TroinaTroina. Dal 31 luglio al 5 agosto 1943 Troina fu il teatro di una delle più sanguinose battaglie combattute in Sicilia dalle forze italotedesche dell’Asse da una parte e dalle forze alleate angloamericane dall’altra. Gli americani del Grande Uno Rosso (Big Red One) non si aspettavano di incontrare una grande resistenza a Troina difesa da alcune compagnie tedesche del 129° e 104° reggimento della divisione Sizilien e da quello che restava del 5° reggimento della divisione Aosta. Troina era il principale caposaldo delle linea difensiva dell’Etna, che da Santo Stefano di Camastra, passando su Nebrodi e scendendo per la piana di Catania, arrivava ad Acireale. Se cadeva Troina, era l’intera linea difensiva dell’Etna che veniva travolta. Più giorni resisteva Troina, più tempo avevano le forze dell’Asse dislocate nella Pianura di Catania di raggiungere Messina e da qui, attraversando lo Stretto, raggiungere la Calabria per risalire verso il nord della penisola. Durò 6 giorni la battaglia di Troina. Il giorno più tremendo fu il 4 agosto 1943, quando per fiaccare la resistenza delle forze dell’Asse, da 72 aerei bombardieri A-36 Apache volarono sopra Troina sganciando 72 bombe da 2 quintali ciascuna. Moltissimi i morti e i feriti sotto le macerie. Pochissime le case rimaste in piedi. Il 5 agosto le truppe dell’Asse ricevettero l’ordine di abbandonare Troina e di ritirarsi verso Cesarò. Gravissime furono le perdite dei tedeschi che lasciarono sul campo di battaglio di Troina ben 1400 caduti. Pesante fu il bilancio dei morti tra i civili. Furono 116 i troinesi che morirono sotto le bombe. All’alba del 7 agosto un gruppetto di troinesi, sventolando un lacero lenzuolo bianco, uscirono dal paese per andare incontro ai sospettosi soldati americani e raccontargli che i soldati tedeschi erano andati via. Entrati a Troina, i soldati statunitensi trovarono un paese ridotto in macerie ed una popolazione fisicamente e moralmente distrutta. Una descrizione del paese e dello stato d’animo dei troinesi, dopo 6 terribili giorni, che sembravano non finissero mai, la leggiamo nell’articolo di Herbert L. Matthews comparso il 9 agosto 1943 sul “The New York Times” dal titolo “Troina una città dell’orrore”. Ecco cosa vide il giornalista americano entrando a Troina con le ultime unità dell’esercito americano: “Trovai una città dell’orrore, vuota di tedeschi, ma sorprendentemente vivace con uomini, donne e bambini che piangevano istericamente. Hanno trascorso due terribili giorni sotto i bombardamenti e i cannoneggiamenti vedendo i propri cari feriti, le loro case distrutte e ogni cosa saccheggiata spietatamente dai tedeschi in fuga. Maledicevano i tedeschi con un linguaggio che qualche volta si trasformava in urla. I tedeschi e Benito Mussolini erano i bersagli della loro rabbia”. .

Silvano Privitera

 

Foto di Robert Capa


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