Nicosia.
Un tribunale che, come si legge nel deliberato, rende “ormai superate le antiche delimitazioni geografiche provinciali. Si fa espresso riferimento ai comuni di Gangi, Geraci Siculo e S. Mauro Castelverde dell’area palermitana, e dei comuni di Mistretta, Castel di Lucio, Pettineo, Tusa, Reitano, Motta D’Affermo, Santo Stefano di Camastra e Caronia, tutti dell’area del messinese. Si tratta di popolazioni dislocate in una ben delimitata zona prevalentemente montana, geograficamente periferica e molto lontana dai rispettivi capoluoghi di provincia, le quali, per varie ragioni, si sentono più vicini al territorio di Nicosia e al suo bacino”.
L’importante atto, che ha veste pubblica, corredato del progetto del Tribunale di Montagna realizzato dal Movimento per la Difesa dei Territori che ne costituisce la parte tecnica, arriva a Roma nel momento cruciale prima della emissione dei decreti correttivi prevista entro il 13 settembre prossimo. Con il parere, il consiglio giudiziario “condivide la proposta – corrispondente alle aspirazioni della popolazione interessata – di creazione del c.d. ’Tribunale di Montagna’ che, aggregando i territori dei tribunali soppressi di Nicosia e Mistretta nonché dei comuni viciniori da scorporare dagli attuali distretti di appartenenza costituirebbe un nuovo e opportuno presidio di legalità in un territorio che ne è stato privato, a seguito dell’avvenuta eliminazione delle due precedenti entità giudiziarie”.
Il documento, va subito al cuore della questione. Infatti, nel paragrafo 1, si evidenzia come i territori interessati “dalla proposta” del tribunale di Montagna, sono collocati al centro della Sicilia e alla confluenza delle zone più periferiche delle province di Palermo, Enna e Messina e soffrono “di un notevole deficit di strutture di comunicazione con le attuali sedi dei tribunali di competenza (Termini Imerese, Patti ed Enna) a causa dell’assenza di linee ferroviarie, della scarsità dei mezzi di trasporto interurbano e dell’attuale esistenza di un’antidiluviana rete di comunicazione stradale”.
Quindi, è passata la linea che vede Gangi ed altri comuni come parti necessarie del Tribunale di Montagna.
È bene ricordare che il progetto del MDT era stato presentato dal Movimento insieme al Sindaco Malfitano, alla commissione monitoraggio lo scorso 7 novembre e, in quella sede, i tecnici del MDT – l’avv. Giuseppe Agozzino per la parte giuridica, l’ing. Fabio Bruno e il geom. Graziano Li Volsi per quella tecnica dei rilievi dei bacini di utenza – avevano predisposto un supplemento istruttorio con documenti e fotografie proprio per dimostrare quella criticità della rete viaria che il consiglio ha fatto propria nel parere.
Nicosia. La proposta del “Tribunale di Montagna” è stata ritenuta valida anche per un aspetto più volte rimarcato sia dal MDT che dallo stesso Malfitano: il bacino di utenza superiore alle 100 mila unità. Scrivono i tecnici del Consiglio che “Il bacino di utenza del nuovo tribunale supera, per numero di abitanti, il limite delle 100.000 unità. Il numero di affari che il Tribunale di Nicosia e quello di Mistretta trattavano prima della loro soppressione – a cui va aggiunto il numero degli affari riguardanti gli altri comuni da aggregare – giustifica ampiamente la creazione della nuova entità giudiziaria, secondo i nuovi parametri fissati dal decreto legislativo 7.9.2012 n.155”.
Ma il Consiglio Giudiziario ha ulteriormente rimarcato la necessità di costituzione del Tribunale di Montagna evidenziando un altro aspetto: in pratica, proprio la presenza di ben due Commissariati di Polizia (Nicosia e Leonforte), un Distaccamento di Polizia stradale (Nicosia), ben tre compagnie di Carabinieri (Nicosia, Santo Stefano di Camastra e Mistretta), numerose stazioni dei Carabinieri (una per ogni comune), una Tenenza della GDF (Nicosia) e varie stazioni della Forestale “rende necessario un coordinamento delle singole attività condotte nel campo dell’ordine pubblico e della repressione dei fenomeni criminali, coordinamento che, per essere efficace, deve essere assicurato in prima battuta da un’Autorità Giudiziaria sedente sul territorio e di una risposta che, per essere tempestiva, deve essere data da una magistratura anch’essa operante nella zona”. Ma vi è anche un altro aspetto molto importante ed è legato – nel caso di Nicosia – al fatto di avere mantenuto “libero” il palazzo di Giustizia. Scrive il consesso nisseno che “II bacino territoriale registra la presenza di strutture adeguate e di immediato utilizzo. In proposito, si rileva che il Palazzo di Giustizia di Nicosia, sede unica dell’auspicato nuovo tribunale, è in grado di ospitare adeguatamente i magistrati e il personale amministrativo necessario per il suo funzionamento”.
Il parere, corredato del progetto del MDT, è stato spedito al Ministro della Giustizia ed al Consiglio Superiore della Magistratura, ai quali è rimessa la parola finale.
«Il Consiglio giudiziario – commenta infine Agozzino del MDT – ha dato prova di grande sensibilità ed intelligenza della questione con un documento dall’alto valore tecnico-giuridico, anche perfettamente in linea con le indicazioni della Commissione europea per l’efficienza della giustizia, la CEPEJ, come più volte abbiamo cercato di dimostrare al Ministero sin dallo scorso 7 novembre».
Adesso, tutta la città aspetta che l’Amministrazione, che ha condiviso il progetto, faccia le adeguate azioni a Roma – che ha l’ultima parola – a sostegno del Tribunale di Montagna, ma bisogna anche rivedere, anche con una revoca, la concessione di parte dei locali del Palazzo di giustizia al Commissariato di Ps.