Agira. Mario Giardina, veterano della politica locale, lascia il consiglio comunale
Agira - 14/08/2014
Agira. Mario Giardina, veterano della politica locale, lascia il consiglio comunale. Dal 2010, l’ormai ex consigliere d’opposizione ricopriva il ruolo di vicepresidente.
«Una decisione sofferta ma lungamente ponderata – dice Giardina, eletto per la prima volta nel ‘98 – maturata con la consapevolezza che non risultano esservi più i presupposti tali da farmi proseguire l’esperienza politica e pertanto neanche la mia permanenza in Consiglio Comunale. Consapevolezza di non essere riuscito (mio malgrado) a tradurre in azioni concrete cio’ che mi ero promesso. Ho messo a disposizione il mio tempo, l’entusiasmo che mi ha portato ad accettare il delicato compito conferitomi, la voglia di agire e fare per il bene comune e oggi mi sento demotivato e a disagio».
Nella lettera di dimissioni presentata in Comune, Giardina parla anche delle ultime vicende amministrative, che «mi hanno talmente toccato – spiega il dimissionario – da indurmi a comprendere che l’Amministrazione e il Sindaco agiscono non per il bene comune, ma semplicemente per motivi personali o particolari. Mi dimetto perché il ruolo di Consigliere Comunale è limitato, per quelli di maggioranza ad approvare atti scaturiti da decisioni già prese, mentre per l’opposizione (pur facendo proposte di interesse comune, o, criticando l’amministrazione) non rimane che parlare, parlare e a volte con i sordi. Ho intrapreso questa avventura nel 1998 con entusiasmo e umiltà sperando di poter dare un contributo concreto al paese, ma, purtroppo, non c’è spazio per la discussione né per le critiche o le voci fuori dal coro, e non c’è possibilità di incidere su decisioni già prese in partenza. Il ruolo del Consigliere Comunale è assolutamente marginale, una sorta di strumento, senza autonomia né possibilità di discutere, in balia di un modo di gestire la cosa pubblica di estrema chiusura e rigidità. Spesso, molti consiglieri non sanno neanche su cosa dovranno esprimersi e ciò è molto deleterio. Gli anni che ho trascorso in questo consesso hanno rappresentato per me non solo una forte e costante ragione di impegno personale al servizio di tutti i cittadini, ma anche una importante opportunità di crescita e maturazione personale. Ho dovuto, mio malgrado, sopportare cose che non condividevo. Adesso basta».
Emanuele Parisi
Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia