Omicidio Nicolosi, chiesto ergastolo per Giuseppe Tambè e 21 anni per il figlio

La legge è uguale per tuttiErgastolo per Giuseppe Tambè e 21 anni di reclusione per il figlio Alessandro sono stati chiesti dalla Procura in quanto sono ritenuti responsabili dell’omicidio di Giuseppe Nicolosi, avvenuto nel giugno del 2006 ucciso a colpi di fucile, mentre si trovava nella sua campagna a pochi chilometri da Barrafranca per domare un incendio in un campo di grano. Giuseppe Nicolosi fu trasportato in ospedale e morì dopo alcuni giorni di agonia. Nell’udienza di martedì ci dovrebbero essere le arringhe difensive. E’ la terza volta che questo processo di celebra a nove anni dall’omicidio perché per ben due volte i giudici della Cassazione hanno annullato la sentenza di condanna, che si trovano a piede libero. Sono difesi dagli avvocati Paolo Giuseppe Piazza, Giovanni Aricò e Salvatore Catania Milluzzo. Giuseppe Tambè viene ritenuto l’organizzatore dell’omicidio per contrasti avuti con Nicolosi, mentre l’esecutore materiale dell’omicidio viene ritenuto Alessandro. Il fratello di Nicolosi e la moglie sono stati assolti con formula piena dall’accusa di minacce e ingiurie ai danni di Giuseppe Tambè. La sentenza di assoluzione della moglie di Angelo Nicosoli da parte del giudice Marco Minnella è arrivata tre giorni fa a Enna. Le cosiddette minacce ed ingiurie risalgono al settembre del 2012, davanti a una chiesa di Barrafranca, dopo un rito funebre, e lì ci sarebbero stati le minacce e le ingiurie nei confronti di Giuseppe Tambè, il quale poi ha denunciato i due coniugi, ma non ci sono riscontri tangibili. Il giudice di pace barrese aveva assolto Marco Nicolosi e condannato a 500 euro di multa la moglie Rosalia. L’avvocato Gaetano Giunta ha presentato ricorso in appello con la conseguenza che la signora Rosalia ha avuto la condanna annullata “perché il fatto non sussiste”.




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