Grido di allarme sull’immobilismo della Cassa regionale imprese artigiane siciliane

Cristofaro ArenaEnna. “Il silenzio degli innocenti, il nostro silenzio, deve cessare e farsi boato assordante da far tremare chi ha distrutto il tessuto economico-produttivo siciliano; chi ha messo a rischio di sopravvivenza l’imprenditoria artigiana”. Così il presidente della Commissione provinciale artigiani, presso la Camera di Commercio, Cristofero Arena, il quale senza mezzi termini e giri di parole accusa d’immobilismo la Regione e, nello stesso tempo, chiede un forte intervento da parte del governatore Crocetta affinché si sblocchino i fondi, 30 milioni di euro, assegnati alla Crias (Cassa regionale imprese artigiane siciliane) e da destinare al credito agevolato alle imprese”. “Credito –dice- che darebbe una boccata di ossigeno agli operatori delle piccole e medie imprese, colpiti dalla grave crisi e aggravata ancor di più dalla mancanza di liquidità; tanto da mettere in serio rischio di sopravvivenza le aziende che, in particolare, nella nostra provincia stanno letteralmente scomparendo”. Arena imputa al Governo regionale pure il fatto di continuare a tenere “sotto commissariamento la Crias, la quale senza un Cda e un vertice si sta depotenziando e quindi contribuendo al soffocamento di un intero comparto”. “Bisogna toglierla dalle mani dei burocrati perché sono loro che fanno il bello e cattivo tempo – denuncia Arena – Non è possibile che un imprenditore artigiano che fa richiesta di credito debba avere una risposta dopo nove, dieci mesi. Le imprese artigiane viaggiano a rilento anche per questo. Mentre gli altri corrono noi piccoli imprenditori siamo fermi. Bisogna semplificare le procedure se si vuole davvero fronteggiare la crisi dell’artigianato; occorrono scelte strategiche in grado di garantire il credito agevolato alle imprese artigiane, permettendo loro di incrementare gli investimenti e le assunzioni. Se alla Regione –aggiunge Arena- spuntano i soldi per forestali e centri di formazione, che negli anni hanno sperperato centinaia di milioni di euro, non si comprende perché non si trovino le risorse per finanziare la Crias. La Crias –spiega – finanzia gli artigiani con un tasso agevolato dello 0,70% a differenza delle banche che pretendono il 7 o l’8%. Dunque, se è vero, come spesso si afferma, che gli artigiani sono la colonna portante dell’economia siciliana, la Crias adeguatamente rimpinguata, può davvero diventare nuovamente protagonista del processo di industrializzazione dell’economia siciliana e del nostro territorio in particolare”. Arena parla inoltre del settore edilizio, “settore trainante dell’economia ennese, che è fermo e tutto l’indotto fortemente in sofferenza”. Per cui auspica maggiore sinergia tra enti pubblici e le piccole imprese. “A Valguarnera –dice- ad esempio grazie alla stretta collaborazione tra amministrazione comunale e artigiani, dopo venti anni di battaglie, in tempi rapidissimi si è riusciti a sbloccare l’ampliamento del cimitero. Questo sta dando lavoro a decine di imprese edili locali e nello stesso tempo movimenterà milioni di euro”. Infine, il presidente del Cpa lamenta l’incremento degli ultimi anni del carico fiscale. “Siamo stati messi con le spalle al muro. Faccio solo l’esempio –conclude- di quanto avvenuto nel passaggio da Ici a Imu. Se tre anni fa per i locali della mia azienda pagavo 750 euro di Ici, oggi, trasformata in Imu, sono diventati circa 3 mila euro. E di contro quali benefici abbiamo avuto come artigiani? Quali servizi abbiamo in più? La burocrazia ci sta distruggendo. Siamo all’assurdo: ci dobbiamo indebitare con le banche per pagare le tasse”.

Giacomo Lisacchi





Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia