“Il Museo archeologico di Morgantina” catalogo a cura di Carmela Bonanno

Bonano Carmela museo MorgantinaIl Museo archeologico di Aidone realizzato su progetto dell’Architetto Franco Minissi, allestito nel 1984 a cura della Soprintendenza Archeologica di Agrigento è dedicato all’antica città di Morgantina, che Paolo Orsi definì ”per il suo stato di conservazione la “Pompei di Sicilia, un centro indigeno ellenizzato che visse un periodo di straordinaria fioritura in età ellenistica dovuta alla sua posizione strategica e al fertile territorio agricolo, dopo la sua chiusura nel 2004, dovuta ai lavori di adeguamento alle norme comunitarie di sicurezza dei locali del seicentesco convento dei Cappuccini che lo ospitano, il Museo ha riaperto al pubblico il 10 Marzo 2007 con un allestimento completamente rinnovato, eseguito con fondi stanziati dall’Assessorato Beni culturali, ambientali e P.I. – Dipartimento Beni culturali, ambientali ed E.P.

La nuova esposizione del 2007, pur mantenendo la disposizione dei materiali in senso cronologico della precedente organizzazione, ha privilegiato la ricomposizione dei contesti di scavo, che sono stati presentati secondo gli attuali criteri di esposizione museografica seguendo un percorso cronologico.

In questa fase è stata preziosa la collaborazione degli scavatori e degli studiosi della Missione americana a Morgantina, in particolare del Professor Malcom Bell III e della Prof.ssa Sandra Lucore e dei dottori Sandro Amata, Lucia Arcifa, Francesco Ardito, Alessandra Castorina, Ileana Contino, Enrico Giannitrapani, Simona Iannicelli, Sandra Lucore, Serena Raffiotta, Fabrizio Sudano.

L’apparato didattico illustra con numerosi pannelli le vicende storiche e archeologiche di Morgantina e del territorio circostante dall’epoca preistorica al Medioevo, con numerosi approfondimenti tematici e riferimenti bibliografici, che vengono riproposti nel catalogo.

Nella sala Cittadella è documentata la fase arcaica dell’abitato della Cittadella con edifici a pianta rettangolare, distrutto intorno alla metà del V secolo a. C. e rioccupato solo parzialmente durante l’età ellenistica. L’edificio più caratteristico della fase arcaica è un naiskos, cioè un tempio rettangolare, con ricca decorazione in terracotta di cui si propongono alcune interessanti ricostruzioni, di essa facevano parte le antefisse configurate a testa di Gorgone e a testa di leone.

Da un edificio pubblico di forma rettangolare molto allungata suddiviso in quattro stanze, in cui gli elementi lignei del tetto erano rivestiti da terrecotte architettoniche policrome, provengono le antefisse a testa di Menade e il cratere attico a figure rosse attribuito a Euthymides (VI secolo a.C.), l’edificio è stato identificato come il pritaneion della città.

Le necropoli riferibili a questa fase hanno restituito materiali, che documentano i rapporti della comunità stanziata sulla Cittadella con le città greche della costa.

L’esposizione è stata arricchita con nuovi materiali provenienti da recenti scavi effettuati dal Servizio archeologico della Soprintendenza di Enna, in particolare gli scavi effettuati con i fondi POR Sicilia 2000-2006 in località San Francesco Bisconti, sede di un santuario extraurbano dedicato alle divinità ctonie, da cui provengono anche i celebri acroliti pertinenti a due statue di divinità sedute femminili (Demetra e Kore), esposti nel Museo.

In età classica l’abitato si sposta sulle colline di Serra Orlando dove si sviluppa un impianto urbano con strade regolari ad incroci ortogonali che lasciano uno spazio centrale libero in cui si colloca l’agorà. L’abitato si sviluppa tra la seconda metà del IV e il III secolo a.C., quando la città raggiunge la sua massima espansione sotto l’egemonia dei tiranni siracusani.

E’ alla fase ellenistica che si riferiscono, quindi, gli edifici pubblici monumentali della città: le stoai, il bouleuterion, l’ekklesiasterion e il teatro.

Di particolare interesse sono le vetrine dedicate ai santuari di Demetra e Kore, il più importante dei quali si colloca al centro dell’agorà in prossimità del teatro: numerosi ex voto fittili, tra cui i grandi busti alcuni delle divinità stesse, oltre a numerose statuette fittili femminili, le cosiddette” tanagrine”, da Tanagra nella penisola ellenica, in cui venivano prodotte, documentano l’importanza del culto delle due dee.

L’elevato tenore di vita raggiunto dalla città in epoca ellenistica è dimostrato, inoltre, dalle grandi dimore dislocate sulle due colline, con ricca decorazione e pavimenti a mosaico o in coccio pesto; vengono esposti i materiali sia di pregio che di uso quotidiano provenienti da alcune delle principali dimore tra cui la casa di Ganimede, la casa delle Antefisse, la casa della cisterna ad arco, la casa del Magistrato, una parte della quale venne poi occupata da una fornace che produceva vasellame da mensa di cui sono stati ritrovati anche gli scarti.

Dalla necropoli ellenistica provengono numerosi corredi funerari, dei quali viene esposta una selezione. Durante la seconda guerra punica Morgantina si ribellò ai Romani, che la punirono; da quel momento ebbe inizio il progressivo declino della città, che portò al suo definitivo abbandono all’inizio dell’età imperiale.

Sono stati esposti, per la prima volta, i reperti provenienti dal complesso termale nord della città, databile al III sec.a.C., il più antico e meglio conservato finora noto in Sicilia; interessante è il sistema di copertura dell’edificio realizzato con volte a botte, costruite con tubuli di terracotta ad incastro.

Si sono esposti anche i materiali che attestano una frequentazione della Cittadella anche in epoca bizantina, araba e fino al XII-XIV secolo.

Si è estesa l’esposizione ai materiali provenienti da scavi effettuati ad Aidone come alcune scodelle in proto – maiolica policroma (Gela Ware) provenienti da un pozzo di Via Abate Scovazzo e dal centro urbano di Aidone provengono anche i boccali in maiolica bianca conventuale e le brocche e i piatti in maiolica decorata in blu cobalto del XVI secolo da Caltagirone.

Una scheda è dedicata alla statua di divinità femminile da Morgantina della fine del V secolo a.C. e alcune altre ai preziosi argenti rinvenuti nella casa di Eupolemos, del cui ritorno al Metropolitan Museum di New York dove rimarranno esposti per un periodo di quattro anni, per poi ritornare nelle vetrine del Museo di Morgantina ad Aidone.

Editore “L’Erma “ di Bretschneider, Roma, pagine 159, stampato dalla Novagraf Assoro EN

 

Bonano Carmela museo Morgantina argentoCarmela Bonanno è dal 1980 dirigente archeologo presso l’Assessorato per i Beni culturali della Regione Sicilia, dove ha prestato servizio prima presso il Servizio per i Beni archeologici della Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina e poi presso la Soprintendenza per i Beni Culturali di Enna. Ha diretto il Parco archeologico di Sabucina, Capodarso e delle aree archeologiche di Caltanissetta e attualmente è dirigente responsabile del sito archeologico di Halaesa Archonidea (Tusa) e del Museo di Mistretta. Si è principalmente occupata di problematiche relative all’età greca, ellenistica, romana, tardo romana, bizantina, islamica e normanna; ha pubblicato numerosi articoli in riviste specializzate italiane e straniere e in atti di convegni nazionali e internazionali. E’ autrice di una monografia: I sarcofagi fittili della Sicilia (Roma 1998) e curatrice di numerose pubblicazioni tra cui Kalè Akté. Scavi in contrada Pantano di Caronia Marina; Apollonia. Indagini archeologiche sul Monte di San Fratello. L’insediamento medievale sulla Villa del Casale di Piazza Armerina.