Enna. Associazione mutilati invalidi del lavoro: più infortuni e meno lavoro

Vincenzo MacalusoNon si vede ancora la luce in fondo al tunnel della crisi, i posti di lavoro continuano a sottigliarsi e nonostante ciò la scia egli infortuni non tende a calare significativamente. Non solo, come dimostrano i recenti controlli da parte dei carabinieri del Nucleo di Ispettorato del lavoro di Enna si fa sempre più ostinato il ricorso anche al lavoro nero. “La nostra situazione locale –dice il presidente territoriale di Enna dell’Associazione nazionale mutilati invalidi del lavoro, Vincenzo Macaluso- merita la massima attenzione delle istituzioni e di quanti sono preposti a salvaguardare la salute dei lavoratori ma tutti insieme dobbiamo essere consapevoli che, dalla lettura dei dati relativi alla nostra regione, c’è ancora molto da fare”. Insomma, la guardia, è il monito di Macaluso che snocciola alcuni dati, non deve essere per nulla abbassata. “Rallenta in Italia nel 2014 il calo degli infortuni e delle morti sul lavoro registrato nel 2013 e per le donne lavoratrici l’aggravamento è doppio rispetto agli uomini e se il 2,5% del calo infortunistico è imputabile alla crisi economica e alla riduzione del monte ore lavorate è al Centro-Sud più che al Nord che l’andamento peggiora”. È questa l’amara constatazione del presidente Macaluso su un tema che non manca ogni giorno di farci riflettere e offre occasione per comprendere in cosa dobbiamo cambiare valutando quanto emerge dall’Open Data dell’Inail, che mostra come nel periodo 1° gennaio – 31 ottobre 2014 si siano verificati ben 549 mila infortuni con un calo solo di 27 mila unità rispetto ai 576 mila dello stesso periodo dell’anno precedente. “Certamente -afferma Macaluso- dobbiamo offrire più formazione qualificata ai lavoratori, per far crescere dal basso una cultura della prevenzione che è contraddetta quotidianamente dalla diffusa mancanza di lavoro con contratto regolare”. I maschi lavoratori hanno fatto registrare una riduzione di infortuni del 5,6%, pari esattamente al doppio di quella femminile che è stata del 2,8%. A livello territoriale il calo è risultato più accentuato nel Nord Est (-5,5%) e Nord Ovest (-4,7%), mentre nel Centro, Sud e Isole i valori sono inferiori alla media nazionale. “Eppure la crisi economica avrebbe dovuto migliorare l’andamento infortunistico -commenta ancora il presidente Macaluso- visto che si è ridotto in misura significativa il monte ore lavorate e di conseguenza l’esposizione al rischio di infortunio”. Infine Macaluso dà la sveglia per il governo: “Occorre che s’impegni nelle politiche della sicurezza sul lavoro, della prevenzione e della tutela per infortunati e superstiti delle vittime, potenziando e non semplificando le attività ispettive e di vigilanza, mentre continua ad essere ancora incompleta l’attuazione del testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, con più di venti provvedimenti attuativi che attendono ancora una firma”. La sveglia è anche per sindaci, assessori, sindacati e Inail. E poi c’è il problema della normativa sull’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, regolata da un testo unico che risale al 1965.

Giacomo Lisacchi





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