Al paese dei Branciforti: viva, viva Carnevale

carnevaleE’ tornato Carnevale, anche a Leonforte! Un tempo Carnevale era cosa grande al paese: maschere, carri, burloni, mazze, coriandoli. Le mazze erano in plastica riveduta cioè appesantita, con sassi medio grandi efficaci su nasi e terga; le mazze erano assieme alla schiuma, spesso da barba, strumento di corteggiamento: le ragazze più “mazzoliate” e più “schiumate” erano anche le più corteggiate. Luce e ombra, barbarie e civiltà! Oggi i toni sono più bassi, ma la voglia di divertirsi è quella di sempre. Al paese dei Branciforti si ride tanto: siamo gioiosi e festanti e la Crisi non ci tange! Il nostro è il paese dei balocchi, qui la paremiologia del mondo alla rovescia diventa gioco delle parti, accettato e rispettato, regola, normalità: la gimkane gratuita che l’amministrazione offre a paesani e turisti, sulla parallela del corso Umberto è scaturigine di bestemmioni, al limite della sconsacrazione? Bene! Chi se ne frega! Noi ridiamo! I coriandoli intaseranno le poche fogne ancora libere da immondizia sclerotizzata? Bene! Noi scialiamo! L’alluvione del resto è un ricordo assai lontano, ripeterlo male non ci farà! Impantanarsi nelle verdognole chiazze post sfilata da carro allegorico è consuetudine, ma guai a lagnarsene si passerebbe per musoni disfattisti o catuniosi insopportabili. Ridere si deve chè la vita è breve! Sfilano antropomorfiche bottiglie di birra a Leonforte, enormi tachipirine, onesti pinocchi e istituzionalizzate banane: cittadine della ben nota Repubblica. Sfilano pagliacci e avanguardisti, smaliziati cardinali e suore ridanciane. Carnevale del resto altro non è che il riflesso della realtà: grottesca l’una drammatico l’altro.

Gabriella Grasso