La lunga storia del piano regolatore di Enna, parla un ex Assessore

piano regolatoreDopo la disamina sul piano regolatore di Enna fatta dal sindacalista della CGIL Scilirò, a parlare l’ingegnere Giuseppe Margiotta, presidente regionale degli ingegneri, funzionario del Genio Civile ed ex assessore comunale ai Lavori Pubblici.
Il vigente Piano Regolatore Generale del Comune di Enna è stato redatto dal Prof. Calandra nel 1976 ed approvato definitivamente nel 1979, dunque era virtualmente scaduto già nel 1989. Non a caso l’Amministrazione Comunale commissionò al prof. Urbani a redazione del nuovo piano regolatore nel 1991. Solo nel maggio del 1993 furono deliberate dal Consiglio Comunale le direttive a cui il professionista incaricato doveva attenersi. Sotto minaccia di commissariamento nel dicembre dello stesso anno il prof. Urbani presentò uno “schema ideogrammatico” in cui indicava le linee generali di sviluppo della città. Proprio in quei giorni finì anzitempo la legislatura e contemporaneamente la prima repubblica, e quello schema non fu mai discusso. Si trattava di un documento non previsto nella procedura di approvazione di uno strumento urbanistico, ma comunque interessante perché individuava i sistemi generali di comunicazione cui riferirsi nell’ambito provinciale e le grandi direttrici visive che caratterizzano l’altopiano.
Quello è il documento urbanistico forse più valido mai prodotto fino a oggi perché delinea uno sviluppo possibile della città che la cosiddetta zonizzazione prevista dalla vigente normativa non è riuscita a tradurre.
Gli elaborati relativi allo schema di massima sono stati consegnati dal Prof. Urbani nel dicembre 1996 e definitivamente approvati con prescrizioni, indicazioni e raccomandazioni nel febbraio 1998, ampiamente entro la prima legislatura Alvano. Questo è l’ultimo atto formalmente consumato sul piano regolatore di Enna, perché il passo successivo è l’adozione del PRG, che non è ancora avvenuto. Nella breve seconda sindacatura in cui sono stato assessore sono stati aggiornati gli studi geologico e agro-forestali e approntata l’aerofotogrammetria digitale e istituito l’Ufficio Piano.
La consegna degli elaborati definitivi è avvenuta una prima volta nel 2004 ed è stata seguita da tutta una serie di atti interlocutori, non ultimo dei quali la presentazione nel 2006 al Consiglio Comunale del progetto rielaborato. A questa stesura ne è seguita un’altra nel 2010 che credo sia quella su cui è stata effettuata la VAS appena approvata.
Sono convinto che la responsabilità principale sia ancora una volta nella incapacità della Regione Siciliana di darsi una nuova legge urbanistica, una legge di governo del territorio moderna annunciata che aspettiamo da oltre dieci anni!
Proprio nel 2010, durante un’audizione pubblica in Consiglio Comunale ho avuto modo di dire quello che pensavo da urbanista di questo PRG mai nato. E che cioè quel piano era già vecchio, perché redatto secondo una normativa vecchia e senza quelle strategie capaci di dare forma di città ad Enna Bassa e senza tenere conto del possibile indotto dell’unica risorsa davvero nuova del territorio, cioè l’Università.
Quello che ho detto allora fu colto da qualcuno come una critica ingiustificata e proprio da me “che avevo avuto responsabilità nella prima fase di redazione del Piano”. Ma io ho solo ribadito e ribadisco oggi quello che avevo già detto da assessore quando ho presentato lo schema di massima e a cui ho cercato di dare il mio contributo migliorativo assieme a tutto il Consiglio (lo schema di massima fu approvato all’unanimità).
E ho ribadito e ribadisco oggi, magari con altre parole, sostanzialmente quello che la IV Commissione Consiliare Permanente relazionò, su indicazione dell’ufficio tecnico, nella seduta del 24.09.2007. Ricordo che nella sua relazione la Commissione concluse dicendo che, proprio per l’eccessivo tempo intercorso dall’incarico, si trattava già di un “PRG anacronistico, insufficiente e, soprattutto, completamente disgiunto dalla realtà e dalle esigenze della Città. Enna è stata soggetta, soprattutto negli ultimi anni, a dinamiche imprevedibili al momento in cui sono stati consumati i fondamentali atti propedeutici al PRG, primo fra tutti l’istituzione dell’Università degli Studi con la necessità ad essa collegata di reperire alloggi, strutture didattiche ed amministrative e con l’esigenza di adeguare la viabilità e l’offerta commerciale ai numerosi utenti provenienti da fuori provincia”.
Se si fosse approvato nel 2004, oggi quel Piano sarebbe nuovamente scaduto!