Leonforte. Romanzo criminale in Consiglio comunale: tutto è il contrario di tutto … finché hanno tutti ragione

bicchiere mezzo vuoto o pienoLeonforte. Ci risiamo, il consiglio comunale è ricascato nella maledizione dell’assenteismo o della latitanza per dirla alla Di Naso. E rieccoci innanzi a delle delibere scottanti che entro il 23 marzo vanno inviate al Ministero, e quando ne discute il consiglio? Il giorno stesso, ovvio. Tempistica e politica vanno sempre a braccetto. Quanti sono presenti, quanti abbandonano e quanti votano contrario ai vari odg?
Andiamo per ordine: determinazione TARI 2015, presenti 15 consiglieri su 20; si parla di confermare la tariffa del 2014 anche per quest’anno, il primo a porre dubbi amletici è il consigliere Trecarichi che pone alla ribalta una domanda già nota “Gradirei sapere dove è scritto che siccome questo comune ha approvato il piano obbligatoriamente dovremmo portare tutte le delibere finanziarie per forza al massimo”. Forno, parla di iter “strano” nell’approvazione di questa delibera e dichiara il voto contrario dei consiglieri Udc-Articolo 4 e Indipendenti.
E prima di affrontare la direttiva che vuole la modifica della medesima tassa gli stessi consiglieri, escluso Salamone, dichiarano l’uscita dall’aula, Trecarichi motiva così’ la scelta “Siete tutti la stessa cosa, lasciamo a voi la vessazione dei cittadini”.
Rimangono in aula 11 consiglieri.
Di Naso risponde duramente a quest’uscita parlando di mancanza di responsabilità e di latitanza ed entrando nel merito del punto che scotta: determinazione IMU-TASI 2015, parla risultato di amministrazione rilevando un avanzo di circa 800mila euro (bicchiere mezzo pieno?). Sanfilippo afferma che si tratta di un disavanzo di amministrazione (bicchiere mezzo vuoto?) con una scopertura di cassa di circa 200mila euro e rileva che, con la riforma dell’armonizzazione contabile si andrà verso un bilancio di cassa spendendo ciò che si ha in cassa, così da superare le distorsioni che comporta il bilancio di competenza con l’impegno di somme accertate che poi non si traducono- a causa dell’evasione, di problemi nella riscossione o altro- in somme effettivamente riscosse.
E’ nel corso del dibattito tra i due che è emerso un ché di “sofistico”.
Il “sofista”, nella filosofia è colui nel quale la sophìa, rinunciando a essere verità, è divenuta la capacità tecnica di persuadere conformemente a dei fini. Tra i filoni della sofistica v’è quello definito “Eristica”, ovvero l’abilità di sostenere e confutare contemporaneamente argomenti tra loro contraddittori persuadendo il proprio avversario di avere ragione mediante la retorica.
Con questo non si vuole descrivere un aspetto spregevole del Consigliere comunale, quanto una tentazione tutta umana di.. avere ragione?
Ma vediamo le possibili tecniche utilizzate “sofisticamente” in una logica politico-amministrativa contemporanea:

Del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Dire ai cittadini che si è impedita l’ennesima vessazione è mostrar loro il bicchiere mezzo pieno a futura memoria elettorale o non rivelare il bicchiere mezzo vuoto in una prospettiva di presa d’impegno quale è stato il ricorso al piano di riequilibrio?
Già, presa d’impegno, ma da parte di chi? Da parte di 6 consiglieri quel lontano e quasi innevato 31 dicembre 2014; il cittadino potrebbe logicamente pensare che ciò non rispecchia la volontà maggioritaria del consiglio, 6 non è neanche la metà di 20!

Tutto è il contrario di tutto. Dunque la volontà originaria del consiglio era contraria all’approvazione del piano di riequilibrio finanziario (due rinvii a febbraio e marzo, una bocciatura ad aprile, e la formale approvazione ad ottobre) ma, si è fatto in modo/si è lasciato fare/ non si è potuto evitare/non si è previsto/ che venisse approvato forse perché ritenuto utile o per timore del dissesto. E ora, all’atto dell’approvazione delle prime delibere propedeutiche, riemerge quella volontà contraria, dunque “tutto è il contrario di tutto”? Ha proprio ragione Di Naso a dirlo.

Hanno tutti ragione. Come Grillo quando dice che queste sono tutte stupidaggini e che bisogna dialogare e non parlare solo di tasse e di calcoli, e chiede a tal proposito ai tecnici e alla politica di discutere. O Trecarichi che, a più di un anno dalla proposta del piano di riequilibrio, dopo svariati consigli, rinvii e bocciature e in ultimo il suo unico voto contrario al piano, ancora si chiede dove stia scritto che si devono obbligatoriamente aumentare le tasse al massimo, o la D’Agostino che vuole si diano dei buoni esempi ai cittadini con l’abbattimento del gettone di presenza, la riduzione delle indennità e perché no la riduzione dell’intoccabile FES. Ha ragione Sanfilippo, quando, in risposta a Trecarirchi e sentito anche il parere del dott. Costa, afferma che l’obbligo dell’aumento al massimo della leva tributaria come anche la riduzione delle spese del personale, deriva dal ricorso al fondo di rotazione all’interno del piano di riequilibrio; senza il ricorso al fondo, l’aumento costituirebbe solo una possibilità. Potrebbe anche avere ragione quando, a proposito di “essere tutti uguali”, ribadisce che se c’è la volontà di non voler vessare questa cittadinanza e visto che per il piano di riequilibrio nel2014 tantissimi consiglieri non si sono espressi, e neanche in questa occasione visti i numeri, che si faccia allora un atto politico forte come presentare una delibera di revoca del piano nella piena assunzione delle proprie responsabilità.
Ha ragione l’ex centro destra a tirarsi fuori dal fattaccio e lasciare la patata bollente delle decisioni ai presenti. Hanno ragione Pd e Big Bang a esprimere voto contrario perché hanno fatto il bene della comunità. Hanno ragione gli assenti che, non essendoci stati, per l’appunto, non potranno dirsi colpevoli, hanno anche ragione quei 4 che hanno votato a favore dell’aumento delle aliquote perché hanno rispettato le direttive del piano. Ha ragione il Sindaco che parla di azioni necessarie, e che ad avere un avanzo di amministrazione sarebbe da pazzi non utilizzarlo, peccato non si tratti di liquidità e quindi di somme impegnabili e spendibili. Forse ha ragione anche Cremona quando parla di Consiglieri che come Schettino abbandonano la nave lasciandola affondare.

Ma andiamo all’ultima e più affinata tecnica:
“Cumu veni si cunta”. Caratteristiche peculiari sono l’assenteismo, l’abbandono d’aula e in taluni casi anche l’astensionismo. Nel caso specifico di questo consiglio, il “cumu veni si cunta” si è tradotto in una bocciatura (6 voti contrari, 4 favorevoli e 1 astenuto) che potrebbe pregiudicare negativamente il parere della Commissione ministeriale e l’accesso al Fondo di rotazione (prestito finanziario a tasso zero). Di fatto ci si potrebbe ritrovare a: rispondere agli obblighi e controlli previsti dal piano senza però usufruire del prestito, e a dover proseguire con il ricorso alle anticipazioni di cassa con il pagamento degli interessi previsti.

Un bicchiere mezzo vuoto quindi? Finché avranno tutti ragione, si.

Per restare in tema di filosofie
“Giuro di adempiere le mie funzioni con scrupolo e coscienza nell’interesse del Comune in armonia agli interessi della Repubblica e della Regione” (art.2 regolamento C.C.)


Livia D’Alotto