Enna. 1 Maggio: Festa del lavoro

enna magnano ritaEcco ancora una volte due termini che la crisi ha svuotato di significato e che letti nel contesto socio-economico-politico attuale lascia sbigottiti e senza parole.
In un periodo in cui si parla solo del lavoro che non c’è, chi può pensare a far festa il primo Maggio: i licenziati, i cassaintegrati, i disoccupati, i precari, i giovani che non riescono neanche ad entrare nel mondo del lavoro, i sottopagati, i lavoratori in nero, i lavoratori della scuola che assistono all’ennesimo attacco alla dignità e libertà del proprio mestiere oltre che alla destrutturazione completa del sistema d’istruzione pubblico, i dipendenti pubblici che con i loro già miserevoli stipendi, al palo per mancanza del rinnovo contrattuale, oggi vengono indicati come i nuovi poveri. Oppure i pensionati che non riescono a passare il mese o coloro che speravano, dopo 35, 36 e anche 40 anni di servizio, di poter andare in pensione e sono invece costretti da una legge assurda a continuare il proprio impegno lavorativo, nonostante la stanchezza e l’età che, segna meno dei tempi passati, ma è sul groppone di ognuno.
A chi si può chiedere di festeggiare il 1° Maggio?
La Festa del lavoro è stata sempre la festa dei lavoratori. Oggi si ha la sensazione che il mondo del lavoro, dopo avere subito lo scippo della propria dignità e delle proprie speranze, debba anche consegnare questa ricorrenza a chi non è stato sfiorato dalla crisi e con i propri patrimoni, le prebende, i “diritti acquisiti” e non toccabili, gli incarichi strapagati, ha voglia e modo di far festa.
Una festa, la loro, che ha altro sapore di quella del 1 Maggio e che non parla di lavoro cercato e sudato.
Sembra sentire la rabbia di coloro i quali per il diritto al lavoro etico, sicuro, dignitoso, hanno sacrificato la propria vita, di coloro che vollero fosse sancito come primo punto della Nostra Costituzione, di coloro i quali non hanno mai smesso di difenderlo sapendo bene che nulla può essere acquisito per sempre.
alex di venti 1 maggio 2015Ed è per questo che, nonostante tutto, domani noi gente comune, donne, uomini, giovani, anziani abbiamo il dovere di recuperare la forza e la voglia di vivere il primo Maggio, riempiendolo del significato antico di giornata della difesa del lavoro.
Viviamo questa giornata parlando di lavoro, solidarietà, diritti e democrazia, abbandonando le analisi e passando alle proposte e, poi, lasciamo che la musica celebri con noi la voglia della lotta e della resistenza.
La Cgil di Enna sarà presente con questo spirito a Pozzallo alla manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil e a Floristella.
A Pozzallo di fronte a un mare che parla di morte e di disperazione ma anche di speranza, a Floristella in un sito minerario che conserva la memoria di un lavoro duro, sfruttato, di anni di lotta e di rivendicazione ma anche di affrancamento e di conquiste.
Due appuntamenti che hanno un unico significato: presidio dei diritti, dei valori, della democrazia.

Rita Magnano



vignetta a cura di Alex Di Venti