Manca pure, il simbolo del P.D. In questo caso, scattano rabbia e sconforto, prescindendo se si è o meno sua elettrice e suo elettore. Chi lo doveva dire: il primo partito italiano ridotto a scendiletto da coloro che ne hanno preteso la titolarità sentendosi possessori. Non dimentichiamo le rudi frasi: “il P.D sono Io“ e “ad Enna vinco anche con il sorteggio”. Ci domandiamo: questo partito merita tanto scredito dai suoi dirigenti siciliani, noti dalemiani e antirenziani ?
Mancano pure i partiti ufficiali del centrodestra. Perché? Faticoso rispondere, essendo presenti di fatto con liste locali di sostegno. Su come si disporrà il suo esteso elettorato è difficile immaginarlo. L’assenza di un loro candidato a sindaco riconosciuto come tale peserà nella campagna elettorale, a nostro avviso, in modo rilevante. Purtroppo, la loro diaspora locale e la loro nota crisi nazionale contraddistinguono tutta la debolezza dei ruoli che si sono dati.
Escono dalla scena elettorale, dunque, Il Partito Democratico, i Simboli del Centrodestra e, dulcis in fundo, l’inavvertito Sindaco.
Sono assenze che portano a dire che anche la Politica ad Enna è al capolinea. Intendiamoci, la Politica corroborata dalle passioni civiche e che diventa sostanza con le idee, i programmi e una visibile cultura di governo. Il resto, è noia!
Evidentemente, se non ci sono loro, saranno altri gli attori a dominare la scena. Tralasciando l’uscita del sindaco attuale perché il suo era un ruolo di comparsa, la mancanza dei simboli nazionali è stata voluta non tanto per dare centralità alle tematiche ennesi, che a tutt’oggi stentano ad affiorare, ma per mere logiche di potere e di ciò che si vorrà farne del nostro Municipio. Una partita tutta ennese, dunque. Il che potrà tornare a beneficio dell’elettore il 31 maggio ed il 14 giugno al ballottaggio. Resta sospeso un interrogativo: ci saranno confronto e scontro, chiarezza e coerenza; e scompariranno ipocrisia e banalità, furbizie e pochezza ? Una risposta vorremo darla in avanti.
Vincenzo Cimino