Enna. 24 maggio 1915. l’Italia alle armi… inizia la Grande Guerra

enna LOMBARDIA (5)Enna. Una mostra itinerante sulla Grande Guerra ha fatto tappa per qualche giorno nella nostra città nel marzo scorso, presso la Galleria Civica. Voluta dal Governo, allestita dall’Esercito in occasione del primo centenario dell’evento bellico, ha avuto il suo battesimo nel mese di luglio 2014. Partita da Trapani, si concluderà a Trieste il 24 maggio prossimo, giorno dell’entrata in guerra dell’Italia contro l’Impero Austro Ungarico. Il 1° luglio dello scorso anno, infatti, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avviò le celebrazioni del centesimo anniversario, ricordando, tra l’altro, il sacrificio di centinaia di migliaia di giovani vite immolati nei campi di battaglia delle province del Friuli – Venezia Giulia. “Enna ha partecipato con slancio e con spirito patriottico alla Prima Guerra Mondiale, offrendo in olocausto il sangue dei suoi figli migliori” fu scritto in un articolo del 1919 su “La Baionetta”, organo ufficiale dei combattenti e reduci al quale collaborò Enrico Longi, letterato ennese, insignito di medaglia d’argento al valor militare. Furono 207 i cittadini ennesi caduti durante la Grande Guerra. 29 i morti tra sergenti e caporali, 6 sottotenenti, 2 tenenti ed 1 capitano, le rimanenti 169 vittime erano soldati semplici. Svariate le cause del loro decesso. grande guerra 2Dai brogliacci conservati nell’archivio di Stato, apprendiamo che ai soldati colpiti a morte dal fuoco nemico e nei combattimenti alla baionetta, tanti uomini perirono per i postumi delle ferite riportate, per le malattie contratte durante i lunghi mesi di trincea e per la pandemia influenzale, che prese il nome di “spagnola”, verificatasi durante l’ultimo anno di guerra. Altri ancora perirono di stenti e malattie durante gli anni di prigionia. Un gran numero di ex combattenti, al rientro nelle loro case, vennero iscritti nell’Albo dei mutilati ed invalidi di guerra. Per loro il futuro fu incerto, furono anni di stenti e di disoccupazione. Enna festeggiò i reduci con pubbliche manifestazioni patriottiche e con la partecipazione delle vedove di guerra, vestite di nero, che sfilarono con un fazzoletto tricolore annodato attorno al collo. Nel 1925 venne inaugurato il monumento ai caduti posto nel piazzale della Rimembranza a ridosso del muro di ponente del Castello di Lombardia, opera dell’architetto palermitano Ernesto Basile. “Enna ai suoi figli caduti sui campi di battaglia a consacrazione del martirio, del sacrificio e della gloria che vinceranno i secoli” è scritto su una delle lastre di marmo del monumento, mentre sulle altre sono scolpiti i nomi di tutti i caduti. Nella ricorrenza del 1° decennale, nel 1928, una grande lastra di marmo fu posta sulla parete laterale del Municipio, dove è stato integralmente trascritto il Bollettino della Vittoria a firma del generale Armando Diaz, diffuso il 4 Novembre 1918, giorno della Vittoria. Domenica del corriereUn viale è stato intitolato al generale Diaz, mentre diverse strade cittadine hanno preso il nome di ufficiali e sottufficiali ennesi immolatisi per la Patria. La strada che costeggia la villa Torre di Federico, che va dal quadrivio Monte alla Piazza Europa, sin dalla sua inaugurazione, è stata intitolata alla storica ricorrenza: “IV Novembre”. Molte aule del liceo classico sono state dedicate ai valorosi concittadini caduti in guerra. Al civico 211 di via Roma, nei pressi di piazza San Tommaso, si trova il palazzo dei “Combattenti e Reduci” dove hanno sede le associazioni combattentistiche. Infine, nella seconda metà degli anni ’50 la secentesca chiesa di Santa Chiara è stata trasformata in “Sacrario dei caduti” di tutte le guerre dove nell’annuale ricorrenza del 4 novembre, festa dell’Unità nazionale e giornata delle Forze Armate, vengono celebrate solenni funzioni con la partecipazione di autorità civili e militari. Una moltitudine di cittadini italiani e stranieri hanno visitato negli anni questo sacro luogo.
Un buon numero di soldati ennesi, facenti parte dei “battaglioni dei soldati-bambini”, i cosiddetti “Ragazzi del ’99”, furono chiamati al fronte negli ultimi mesi di guerra, all’età di 17 anni. Durante la guerra, la città accolse umanamente un gruppo di prigionieri di guerra ungheresi, la maggior parte contadini, che vennero adibiti ai lavori dei campi, ed ospitò fraternamente numerosi profughi del Friuli dopo la disfatta di Caporetto.

Salvatore Presti


Salvatore Presti Enna