Enna. Malati di Alzheimer e loro assistenza

aima  alzheimerLa protesta dei familiari degli otto ammalati di Alzheimer di Leonforte, ricoverati presso Villa Maria, in quanto chiedono di prolungare la loro assistenza apre di fatto una discussione sui malati di Alzheimer e la loro assistenza che deve essere di qualità. Da sottolineare che in provincia di Enna, secondo una stima dell’Aima provinciale, presieduta dal dottor Ivano Chiarenza, si parla di circa 200 ammalati in provincia, ma sono pochi quelli che ottengono un’assistenza qualificata e continua tanto è vero che la stessa associazione, a tutela dei malati e delle loro famiglie, ha preannunciato la pubblicazione di un libro bianco sulla situazione in provincia. L’Associazione aveva espresso interesse, ed aveva effettuato un sopralluogo, presso una RSA di Leonforte. Quello che l’associazione ha sempre evidenziato è la scarsa conoscenza della malattia, anche a livello di medici, che fa di un soggetto demente un paziente completamente differente da un soggetto anziano anche non autosufficiente. L’assistenza sanitaria nei casi di Alzheimer richiede una competenza ed una profonda conoscenza della malattia. All’inizio dell’attività proprio l’Aima ha suggerito alla struttura di Leonforte che i malati di Alzheimer ricevessero un’assistenza separata e specifica rispetto agli altri anziani ricoverati. Ma la vera domanda di salute non è quanto tempo si possa mantenere un malato di Alxheimer, ma che tipo di assistenza il paziente e la sua famiglia ricevono. Le realtà operanti sul territorio ennese ad oggi sono rappresentante dal Centro Diurno dell’ospedale Chiello di Piazza Armerina, diretto dal dottor Claudio Millia e dalla Rsa Villa Maria di Leonforte. Nonostante fosse stato sottoscritto tra l’Associazione e l’Azienda sanitaria un protocollo che creava le condizioni di una continuità assistenziale dalla fase di diagnosi alla fase di istituzionalizzazione del malato, la nuova direzione aziendale sta operando non in maniera adeguata, sollevando delle perplessità. L’Aima ha chiesto quale iniziative specifiche intendesse assumere per garantire il diritto alla salute di questi ammalati e delle loro famiglie, ma ancora una direttrice certa non si è presa. C’è da sottolineare che in questo campo non mancano le risorse finanziarie previste ed anche vincolate, ma ci si muove molto lentamente ed ostacolate da una burocrazia per certi aspetti assurda. L’Aima ha anche chiesto che l‘Azienda sanitaria istituisse un’èquipe che garantisca uniformità di approccio diagnostico, terapeutico, riabilitativo su tutto il territorio provinciale al fine di evitare possibili difformità procedurali. C’è da sottolineare che il settore delle demenze richiede competenza e sensibilità, ma anche idee chiare e programmi precisi e ben definiti per aiutare malati e famiglie.