La cronaca degli ultimi anni ci ha informato su alcune sue vicende, non di certo da glorificare. Ne riportiamo i titoli che illustrano da soli:
· Un’inchiesta con registrazioni filmate dei ROS carabinieri su un appalto, che si voleva pilotato, è archiviata lasciando increduli.
· Alcuni bilanci annuali non sono stati approvati, divenendo foto opache di una pessima e perniciosa gestione.
· L’ultimo presidente, pedina del potere politico crisafulliano, si opponeva minacciosamente al commissariamento.
· L’ex commissario ha denunciato l’ex direttore per ragioni, in sé gravi, legati al suo operato ritenuto inadatto e di nocumento.
La discesa spietata del Consorzio, iniziata molti anni fa, s’è conclusa in via definitiva dopo circa 40 anni con la sua messa in liquidazione . Una vita breve, molto breve, purtroppo per noi. Rimangono operanti imprese che vivacchiano con circa 150 occupati. Siamo ad oggi. Che dire?
Con l’Area Industriale gli ennesi hanno lottato, sperato, pensato per affrancare la nostra terra dalle rapine delle sue ricchezze (acqua, miniere ecc.) e per entrare nella storia presente. È seguito il declino inesorabile accompagnato da una classe dirigente, non solo politica ma a 360 gradi. Solo pancia, niente testa e cuore. È vero, le colpe sono di molti, ma anzitutto nostre con facce e nomi. È un capitolo del libro non scritto delle responsabilità e sconfitte. Andrebbe almeno scribacchiato.
Per ora, limitiamoci ad una umile figurazione visiva ed emotiva di quello che è. La prima: si presenta agli occhi un cimitero d’imprese defunte; un fiume d’investimenti pubblici di tante centinaia di milioni d’euro rimasto secco perché finiti a mare; i palazzi per uffici e per eventi chiusi ma pronti per atti di vandalismo; i pochi dipendenti spostati nella sede di Caltanissetta. La seconda (emotiva): ieri il sogno sperato, oggi la realtà fallita; 1975, l’anno gioioso di un avvio operativo, 2015 l’anno di una distruzione finale.
Vincenzo Cimino