È vero, il passato è ormai piccola o grande storia, e il presente è dettato dal cambiamento per quello che è, piaccia o no. Ma una certezza deve valere per tutti: le linee del futuro di una forza come il PD si tracciano con una cultura politica affrancata, prima su tutto, dall’arido sistema “potere e consenso ad andata e ritorno”; e si accettano ruoli e regole che la buona politica esige.
Vogliamo comunque prendere atto che l’on. Raciti su Enna ci mette la faccia, anche se finora è stata schiaffeggiata con la mano ferma del voto. Se così è, e sarà, si presenti per favore non come colui che, se non battezza, nomina candidati perdenti e referenti suoi, ritenendosi un capo, per noi poco credibile. E, comunque, cominci a proporsi con la Politica, quella che interessa agli Ennesi. A esser più chiari, tentiamo di indicarla in forma di interrogativi, siamo noi a dirlo, disordinate, frammentate e ridotte. Le lanciamo:
§ Ad Enna, Nicosia, Centuripe e Leonforte sono stati sconfitti i candidati voluti dal PD regionale. Forse, perché s’è scelto di figurarlo con P.d.Cr (part di Crisafulli) ?
§ Hanno vinto, invece, neo Sindaci di lunga adesione al PD ed ai partiti che l’hanno fondato. Uno, perfino, era il segr. cofondatore del PD siciliano. Forse, perché erano meritevoli e presentabili per l’elettore democratico ?
§ L’alternativa al crisafullismo, presentato come elemento identitario del PD dell’isola, s’è espressa in liste locali con programmi e voglia di rotture e cambiamenti. Forse, perché il PD dei cacicchi e capicordata è al capolinea in Sicilia ?
§ Il PD di Enna è blindato, fatto ad personam e più debole nei consensi. Forse, perché s’è avvitato su Crisafulli?
Da anni a centinaia di persone perbene, dopo essere stati epurati, è precluso d’aderire al PD entrando dal suo Portone principale. Forse, perché con Loro avremmo più luce e freschezza in un ambiente ben serrato ? Stoppiamo, scusandoci per queste domande sparse e parziali pur di manifestare l’attesa d’un PD ennese fuori dal guado. Esso è essenziale per il nostro territorio, prossimo a divenire “Riserva Indiana” nell’isola. Necessita di una virata di 180 gradi, possibile solo se si vorrà commissariare il tesseramento per dare agibilità a chi è degno di far parte, e arricchire di spinte innovative. Altrimenti a fine ottobre s’assisterà tristemente un congresso a modello rumeno 1989.
VINCENZO CIMINO