A questo proposito qualche considerazione si impone come necessaria ed urgente.
Vero è che i Consigli Comunali dell’Ennese stanno dichiarando, a volte per la seconda volta, la denuclearizzazione dei rispettivi territori, vero è che in tal senso aveva deliberato il Consiglio Provinciale di Enna già nel 2004, vero tutto questo, ma io una domanda me la faccio e voglio condividerla con tutti voi: questa nostra terra, la Sicilia interna, è pronta ad affrontare una minaccia che ne potrebbe condizionare il destino per i prossimi 200-300.000 anni? Sì proprio di questo si tratta se le nostre aree verranno individuate come idonee ad ospitare il Deposito Nazionale che dovrà stoccare in superficie rifiuti radioattivi di I e II categoria e in deposito geologico rifiuti di III categoria che decadono in tempi non storici ma geologici, vale a dire 200-300.000 anni.
Vero è che la CNAPI non è stata ancora pubblicata, ma la suadente e rassicurante campagna pubblicitaria della Sogin ci delizia ormai da diverse settimane! Vero è che ora stiamo parlando facendo riferimento allo studio Sogin del 2003 che aveva individuato in Scanzano Jonico il sito idoneo ad ospitare il Deposito. Ma altrettanto vero e preoccupante è il constatare gli effetti di politiche di desertificazione sociale, culturale e ambientale messe in atto sui nostri territori in questi ultimi due decenni. Sanità, giustizia, prefettura smantellate. Un tessuto sociale sempre più frammentato e sempre più disancorato da realistiche prospettive di sviluppo in armonia con le vocazioni del territorio. Emigrazione galoppante e non solo giovanile. A completare il quadro mafia e corruzione dilaganti e classi dirigenti, a voler essere clementi, non all’altezza della gravità della situazione. Infatti a parte le doverose delibere dei Consigli Comunali, le prese di posizione del M5 Stelle locale e di alcune organizzazioni sindacali, non vedo in giro voci particolarmente allarmate né a livello provinciale, né a livello regionale. A proposito la Regione Sicilia dov’è?
E’ forse un caso tutto questo?
E la società civile dov’è?
L’iniziativa più seria, a mia conoscenza, sin qui realizzata è stata l’Assemblea pubblica organizzata ad Enna il 7 settembre dal CO.T.A.S., Comitato Tutela Ambiente e Salute, che ha avuto il merito di porre pubblicamente la questione del Deposito Nazionale, di informare sullo stato dell’arte dell’intera vicenda, di lanciare un preoccupato grido di allarme e di fornire un luogo di riferimento per quanti vogliano affrontare da cittadini attivi e consapevoli la sfida che abbiamo di fronte. Non sono a conoscenza di quanto la questione sia presente sui social network e me ne rammarico, ma è tempo che le eventuali preoccupate prese di posizione contro l’ipotesi Deposito Nazionale emergano ancor più sulla scena pubblica, non solo virtuale, è tempo davvero di incominciare a vederci, fare comunità, dare segni di protagonismo consapevole altrimenti in alto si faranno la convinzione di avere a che fare solo con disperati e pezzenti che per trenta denari sono pronti a barattare il futuro della loro terra per i prossimi 300.000 anni.
Svegliamoci!!!
Gianni Pastaro
n.d.r.:
La redazione ha con la cittadinanza attenta un dialogo aperto. Di qualche settimana addietro è un articolo denuncia sulle condizioni di una piazza leonfortese e oggi ci è parso doveroso rendere partecipi, i nostri lettori, di questa mail.
In aggiunta si ricorda l’indifferenza delle cariche romane sul tema.
Preoccupati e vigili invitiamo chi volesse a scrivere ancora al riguardo.