Assistenza anziani: sindacati chiedono incontro con Amministrazione

anzianiEnna. I tre rappresentanti di categoria Sigfrido Fadda per la Cgil, Enzo Canu per la Cisl e Filippo Manuella per l’Uil hanno inviato una nota all’assessore comunale alle politiche sociali, chiedendo un incontro che dovrebbe avvenire il prossimo 27 ottobre per discutere sul problema dell’assistenza agli anziani che nel capoluogo ennese rappresentano il 30% circa della popolazione residente, circa otto mila e calcolando una pensione media pro capite di 650,00 euro, essi portano, mensilmente, alla città circa 5 milioni e 200 mila euro. ”Sono soldi questi – dichiarano Fadda, Canu e Manuella – che servono per pagare le tasse, le bollette di acqua, luce, gas, viene fatta la spesa, viene alimentato l’artigianato (muratori, idraulici, falegnami…), viene fatta la “cassa integrazione” alle famiglie di figli e nipoti spesso in continue gravi difficoltà economiche. Gli anziani, infine svolgono azione di baby sitteraggio e di badanti. La considerazione verso gli anziani, messa in campo dalle precedenti amministrazioni è vicina allo zero. Gli anziani sono stati considerati un peso e non una risorsa e sono state necessarie battaglie continue per ottenere qualche decente assistenza domiciliare”. Molto spesso il ritornello, molto labile, è stato sempre il solito: “non ci sono soldi”. L’affermazione vacilla notevolmente poiché, sia con i fondi del bilancio comunale, sia con i fondi dell’unione europea (PAC), sia con i fondi della 328 (piani di zona), vi sono stati e vi sono, ampi margini economici per assicurare una dignitosa assistenza domiciliare a chi tanto dà alla comunità ennese. I tre rappresentanti sottolineano che per l’assistenza agli anziani dalla durata annuale sono state sottratte 4 settimane di ferie, due per Natale, una settimana per la Pasqua per cui l’erogazione del servizio è di 44 settimane per tre ore settimanali; dai fondi Pac arrivano 330 mila euro per cui l’impegno del comune è di 132 mila euro. Sulla base di questo Fadda, Canu e Manuella chiedono al comune che: bisognerà assicurare l’assistenza domiciliare a non meno di 177 utenti (e non a circa 50 come in atto è) che era il numero di anziani che ne godevano prima della utilizzazione dei fondi del PAC (Piano di Azione e Coesione). L’assistenza domiciliare dovrà essere erogata per tutto l’anno e non a periodi come avvenuto fino ad ora poiché esistono i fondi sufficienti per assicurarla. Bisognerà prevedere lo stanziamento del comune in modo strutturale nei vari bilanci preventivi. Bisogna riportare, la soglia di ingresso (se si riterrà di averne una, dato che in altri comuni non esiste) a 9 mila euro di ISEE senza mettere in essere, nuovamente, bandi pazzeschi con logiche inquisitorie e decimatorie dell’accesso degli anziani. E’ indispensabile salvaguardare l’occupazione degli operatori in servizio da circa 26 anni senza la tecnica dello spezzettamento del lavoro che serve solamente a creare clientela elettorale. Si vuole conoscere il testo della convenzione o capitolato d’oneri tra il comune e le cooperative erogatrici del servizio bisognerà prevedere, se necessario, una compartecipazione degli anziani secondo il principio di progressività in relazione al reddito.