Taglio Prefettura Enna: dietrofront del Governo, sindacati non ci credono

enna bandiera prefetturaIl taglio era indicato nero su bianco su una bozza di decreto messa a punto dal ministero dell’Interno ed inviata lo scorso 9 settembre ai sindacati: 23 prefetture dovevano sparire, nel nome della spending review. Un mese dopo – giovedì 15 – il dietrofront: i ministri dell’Interno, Angelino Alfano e della Funzione pubblica, Marianna Madia, hanno incontrato un gruppo trasversale di parlamentari costituito proprio per opporsi alla sforbiciata degli Uffici territoriali di Governo e li hanno rassicurati: non c’è nessuna lista di prefetture destinate a sparire, si cercherà di ottenere in altro modo i risparmi che sarebbero arrivati per quella via. “Parole non vere”, secondo i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa che, sostenendo di avere ricevuto l’elenco delle sedi da chiudere, confermano le iniziative di protesta fino ad avvenuto ritiro della bozza.

Queste, nel provvedimento, le sedi da chiudere: Teramo (accorpata a L’Aquila), Chieti (accorpata a Pescara), Vibo Valentia (accorpata a Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza (Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti (Alessandria), Verbano-Cusio-Ossola (Novara), Biella (Vercelli), Oristano (nuoro), Enna (Caltanissetta), Massa-Carrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso).

Ma all’annuncio del taglio – come sempre avviene in questi casi in Italia, dai tribunali alle Province – erano subito scattate proteste, da parte dei sindacati, ma anche dai territori. Da lì, la resistenza ‘salva-prefetture’ è approdata anche in Parlamento. Diversi onorevoli e senatori eletti in aree con enti a rischio chiusura si sono infatti riuniti un ‘cartello’ per fare lobbying sul Governo e scongiurare la scure.

Un movimento che attraversa gli schieramenti, da destra a sinistra, col Pd in prima linea.
Giovedì l’incontro del gruppo con i due ministri. Al termine, esulta Giorgio Zanin (Pd), che ha guidato la delegazione: “Alfano e Madia ci hanno detto che non è stata formalizzata alcuna lista delle prefetture che dovrebbero eventualmente chiudere. I due esponenti del Governo hanno dimostrato grande attenzione alle nostre esigenze e a quelle dei territori, dimostrando di voler proseguire l’interlocuzione avviata per trovare una soluzione comune ai vari problemi”.

E la soluzione su cui si è discusso giovedì è quella di recuperare altrove le risorse che si sarebbero risparmiate accorpando le 23 prefetture: dai costi degli affitti delle sedi ad economie da fare a livello centrale. I dati circolati nell’incontro di oggi indicano in 6 milioni di euro i risparmi ottenibili dall’accorpamento degli enti. In precedenza, tuttavia, quando a dirigere la spending review era Carlo Cottarelli, si era parlato di un risparmio di un milione di euro per ogni prefettura tagliata. Ora ci sarà da convincere il premier Matteo Renzi sull’opportunità di riporre in un cassetto la tagliola.

I sindacati non ci credono. I sindacati non credono nelle parole dei ministri Alfano e Madia, e annunciano che la mobilitazione contro la chiusura di 23 Prefetture continuerà fino all’avvenuto ritiro del provvedimento.

“Apprendiamo che i ministri Alfano e Madia hanno affermato che non è stato formalizzato alcun elenco delle Prefetture che dovrebbero chiudere. Tali dichiarazioni – scrivono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa in una nota – non rispondono al vero, lo schema di regolamento di riordino del Ministero dell’Interno è stato consegnato ufficialmente alle organizzazioni sindacali e sul provvedimento stesso c’è stato un incontro lo scorso 30 settembre con il sottosegretario Giampiero Bocci che ha confermato l’iter del procedimento. Lo schema di regolamento che abbiamo ricevuto in via ufficiale e che contiene l’elenco delle 23 Prefetture da sopprimere (Teramo, Chieti, Vibo Valentia, Benevento, Piacenza, Pordenone, Rieti, Savona, Sondrio, Lecco, Cremona, Lodi, Fermo, Isernia, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Oristano, Enna, Massa-Carrara, Prato, Rovigo, Asti e Belluno), va ritirato e fin quando questo non avverrà la mobilitazione continua”.

Confermata, quindi, l’assemblea con tutti i delegati delle 23 prefetture convocata per il 30 ottobre prossimo alla sede del Ministero dell’Interno e alla quale sono stati invitati anche i politici nazionali e locali dei territori interessati”.

by il tirreno