Crocetta ci cancella dalla Sicilia interna. La Politica Ennese che fa? Si guarda u viddicu ?

Crocetta ci cancella dalla Sicilia interna.
La Politica Ennese che fa?
Si guarda u viddicu ?

di Vincenzo Cimino

ombelicoChe fine ha fatto la politica ennese che esaltava l’identità sana del suo Territorio, ossia l’immagine più generale della Sicilia interna? Dove stanno i loro esponenti pubblici, i loro dirigenti sindacali, le loro espressioni imprenditoriali e le loro rappresentanze sociali quando c’è chi vuole fare di Noi una specie di riserva indiana? Nulla più scuote le loro comunità locali un tempo reattivi ai maltorti che si volevano arrecare? Di tutto sembra sbacantarsi. D’idee e di passioni sociali, di sapere locale e di sentire comune, di progetti e di impegno attivo. La politica nostrana è come di tanti Pè (Peppe) che alla domanda di Tà (Tano) “che fai?” risponde “mi taliu u viddicu”. Dico ciò perché impressiona l’assenza assoluta di una reazione alla denuncia di VIVIENNA e dell’on. Boggio per la cancellazione del nostro intero territorio – esclusa Centuripe- dalle aree interne della Sicilia.

Ci ha pensato Crocetta, a muta a muta, con delibera di Giunta n. 192 del 22 giugno scorso, strategie nazionale per le aree interne, confermata dal CIPE naz.le!! E’ avvilente la scelta di chi ha avuto il 13% dei consensi ennesi per la sua elezione (la più alta percentuale), avendo NOI disperatamente sperato nella sua “rivoluzione” della cui bontà oggi solo lui è convinto.

Crocetta, dunque, ci ha esclusi per metterci fuori dalla Sicilia? Non facendo parte neppure delle fasce costiere, non essendo dunque né d’intra né fora, classifica gli Ennesi “Indiani della Sicilia” da isolare nella Riserva degli Erei? Questa sì che è rivoluzione, non solo sociale ed economica, ma anche storica! Sissignori, storica. Per secoli siamo stati il cuore e l’anima dell’Isola delle catene montuose, una parte ugualmente dignitosa. Abbiamo pure dato agli altri territori risorse come l’acqua; abbiamo cercato di crearci un futuro con piani di sviluppo, come i P.I.M europei, e con interventi organici. Oggi, Crocetta ha voluto certificare la nostra definitiva marginalità con detto scellerato provvedimento? Se ne assuma le responsabilità venendo a dircelo, se ha coraggio, visto che lo abbiamo votato più volte con forti attese.

Gli effetti sul piano economico saranno rovinosi. Il nostro territorio non dovrebbe godere degl’interventi per 700 milioni pianificati dalla recente legge nazionale sulle Aree Interne e sarebbe tagliata fuori dai Fondi Europei.

Tempi bui ci attendono, visto che ormai tutto si va sbriciolando. E qui sta la pochezza della Politica per il territorio ennese e dei suoi dirigenti. Ma anche la pigrizia dei Sindacati, del Mondo delle imprese e professioni che, non riconoscendosi ruoli attivi, diventa insopportabile. Siamo a questo, purtroppo.

Non siamo qui ad amareggiarci per quel che passa u cummentu. Né a rimpiangere i Colajanni e i D’Angelo, o i Lauria e i Lo Giudice, come i Boggio, i Buttafuoco e gli Amata. E fior di Sindaci come La Via, Di Vita e Mazzaglia. Raffiguravano una classe dirigente che, è vero, palesò limiti ed errori, ma sapeva ritrovarsi ed unirsi allorquando andavano difesi interessi e futuro di questo pezzo della Sicilia. Corroboravano la Politica con la forza dell’orgoglio e con la capacità propositiva.

Siamo qui per richiamare la classe dirigente ennese di oggi ai loro compiti politici e istituzionali. Opponetevi a questa nefanda decisione di Crocetta che vuole toglierci la nostra identità di Area Interna della Sicilia. Di questa siamo memoria e cultura. Anzi di Essa ci sentiamo cuore e anima vivente. Si riprenda la dignità dimenticata con un’azione corale sostenuta dalla voglia di crescita sociale.

All’Assemblea regionale siedono Alloro, Lantieri e Venturino che per lo Statuto sono Rappresentanti dei 19 Comuni dell’Ennese. Escano dal loro piccolo guscio e dalla loro putia per ribadire il No all’atto di Crocetta, al quale da sempre assicurano il loro sostegno.
Così i 19 Sindaci che si chiudono nell’avvilente quotidianità di un localismo burocratico fatto di cusuzzi. Scoprano il dovere del fare politica con i grandi temi di un presente che ci proietta nel futuro della Sicilia che cambia Verso. Tanti di questi temi bollono ad alta pressione, e sono al punto di far scoppiare la pentola.

Vi preghiamo, siate all’altezza di un momento estremo sì, ma tempo d’un alto sentire comune.