Enna: ma perchè tutto questo accanimento?

Enna: ma perchè tutto questo accanimento?
by Angelino Fondacaro

ennacastello lombardiaI piccoli insediamenti umani, i borghi, non vanno abbandonati ma tutelati e, per certi particolari aspetti, valorizzati. Non contribuiscono alla formazione della ricchezza nazionale, o vi contribuiscono poco, ma in compenso presidiano e difendono il territorio dai fenomeni di dissesto idrogeologico e se di antiche origini possono essere un forte richiamo al turismo con il loro patrimonio di arte e storia.

Questo è un sano principio della scienza urbanistica che dovrebbe essere sempre rispettato.

Enna è qualcosa di più di un piccolo insediamento umano. E’ una antichissima città di grande rilevanza storica, culturale e naturalistica, capoluogo di provincia dal 1926, così come volle il Governo di allora, proprio per la sua storia e posizione geografica.

Eppure a Enna, pur con queste credenziali, i “sani principi dell’urbanistica” non vengono assolutamente rispettati. Enna non gode di tutele e, da alcuni anni, scivola sempre più nell’abbandono e nel degrado. Di valorizzazioni e ripresa neppure a parlarne.

La città da tempo vive una profonda crisi, che si somma alla crisi finanziaria che ancora imperversa con conseguenze nefaste su tutti i settori produttivi, sull’occupazione e sul morale dei suoi abitanti. Enna è una nave alla deriva, senza guida e prospettive di approdo sicuro.

Eppure, non è stato sempre così e questo fa ben sperare che una ripresa è ancora possibile. In altri tempi, fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, superata la crisi del dopo guerra, sembrava, fra alti e bassi, che tutto stesse andando per il verso giusto. I tradizionali settori produttivi, chi più, chi meno, tiravano un po’ tutti assicurando il lavoro e, con esso, la prosperità alle famiglie. Enna era diventata una tranquilla e vivibile cittadina che, merito dei suoi abitanti e della sua classe dirigente avveduta e volenterosa, eccelleva in molte attività, soprattutto quelle artistiche, musicali, sportive e letterarie. Il turismo e l’economia del territorio ne traevano grandi benefici. La città e soprattutto Pergusa erano gradevoli luoghi di soggiorno.

E’ vero che sono cose del passato, però è un passato, se vogliamo ancora recente, da non dimenticare perché in un futuro, speriamo prossimo, potrebbe fornirci gli spunti giusti per invertire l’attuale tendenza. Se si vuole, se si è capaci e uniti, si può. Ne è un valido esempio l’Università Kore.

Certamente è necessario cambiare prioritariamente alcune cose, a partire dal modo di intendere e di fare politica al quale si legano tutti i problemi del momento.

Dopo quel periodo felix, Enna ha cominciato a subire un lento, inarrestabile declino, con il contributo di una gestione politica del territorio di bassissimo profilo e dell’indifferenza degli abitanti. E’ rimasto tutto fermo. Nessuno ha preso più iniziative. Nessun programma. Nessun progetto per la città, nessun finanziamento. Il tempo passa e il degrado aumenta. A questo si è aggiunto l’aggravio di tutta una serie di scellerati provvedimenti decisi a suo danno dal governo centrale e da quello regionale, che ancora oggi sembra facciano a gara, con il pretesto del risparmio della spesa, per deprimere e immiserire sempre più questa città, chiudendo uffici e trasferendo altrove il personale.

Come se non bastasse, pare che l’attuale governo sia intenzionato, sempre con il pretesto del risparmio di spesa, a sopprimere la Provincia di Enna per accorparla alla Provincia di Caltanissetta. Tombola. Questo sarebbe proprio il colpo di grazia per questa antica e nobile città. Un gravissimo danno per la città. Anche l’immagine dell’attuale governo Renzi ne uscirebbe fortemente screditata ed è bene che qualcuno dei referenti locali lo informi, se ci tengono, del grave errore che rischia di commettere per dei motivi che, obiettivamente, non sembra possano legarsi al risparmio della spesa statale.

E se i motivi non fossero questi? Cosa c’è dietro questo insensato accanimento nei confronti di questa città?

E’ certo che, se le cose dovessero continuare ad andare avanti (indietro) in questo modo, l’unica cosa da aspettarsi per il futuro di questa città, considerando la fuga in massa dei giovani, è l’invecchiamento della popolazione. Una popolazione che invecchia non lavora e non produce. E se questa non lavora e non produce, non paga tasse e il suo mantenimento, come la sua salute, restano a carico dello Stato. E allora, dove sta il risparmio?

E’ un modo piuttosto semplicistico di affrontare il problema e il primo a rendersene conto è proprio chi scrive che sa poco di traccheggi politici e niente di scienze economiche e, proprio per questo, vede qualcosa di poco chiaro in tutte queste vicende che stanno affossando la città in cui vive e desidera stimolare un dibattito fra i tanti che se ne intendono e scrivono anche su questa stessa testata. Una corretta informazione degli eventi potrebbe risultare salutare per le coscienze di noi Ennesi nella prospettiva di un risveglio.

angelinofondacaro@yahoo.it