Il “rivoluzionario” PD di Enna

enna_democratica e pdEnna. Dopo aver assistito alla paradossale situazione venutasi a creare lo scorso 20 novembre in occasione dell’ultimo C.C. sull’acqua pubblica, diventa sempre più difficile capire quali siano le ideologie che muovono gli esponenti politici del PD nella nostra città.

Il tema dell’acqua pubblica, infatti, evidenzia un approccio diverso da parte dei diversi comuni facenti parte dell’ex provincia a guida PD: Agira in testa, ma anche Troina,  Assoro, Calascibetta, Cerami, Catenanuova e Valguarnera ed altri hanno tutti deliberato all’unanimità in ordine alla gestione diretta, unitaria ed associata del servizio idrico come previsto dall’art. 5 della Legge regionale 19/2015, reputando questo atto, sebbene simbolico, un primo passo per pervenire al più presto alla gestione pubblica dell’acqua.

Il PD di Enna ha, invece, votato no! Andando contro non solo a quanto espresso dagli stessi appartenenti allo stesso partito negli altri comuni, ma anche ai deputati regionali del PD, che quella legge l’hanno scritta in prevalenza e l’hanno votata all’Assemblea Regionale.

Ma le incoerenze del PD di Enna erano già emerse in campagna elettorale, quando coloro che oggi costituiscono il gruppo consiliare del PD, avevano abbandonato simbolo e appartenenza allo stesso, per creare una lista civica non sorretta dalle alte sfere del partito.

Occorre forse inevitabilmente dedurre che il Pd ennese è rivoluzionario, anarchico rispetto a quello nazionale? Considerazione, quest’ultima, avvalorata anche dal fatto che la segreteria nazionale del partito, circa un mese fa, ha ben pensato di commissariare il PD provinciale.

E ancora, non è dato comprendere come il PD ennese possa sostenere la battaglia contro la chiusura della Prefettura di Enna, quando i suoi rappresentanti in Parlamento, nello stesso tempo, stanno mettendo mano alla riforma della P.A. che, in nome della spending review, sta prevedendo una serie di tagli a seguito dei quali saranno, appunto, recisi molti uffici prefettizi. E lo stesso discorso può essere fatto anche riguardo al tema sanità: tagli e chiusura ospedali.

Nascono, quindi, altre considerazioni: l’elettore degli esponenti del PD ennese in consiglio comunale, ha chiari gli ideali e gli intendimenti che guidano le persone da loro prescelte? E’ consapevole che, a volte, al suo stesso interno, tale partito esprime diverse posizioni? Come fa a capire se i risultati che si prefiggevano nel loro programma elettorale verranno perseguiti?

E, infine, può davvero parlarsi ad Enna di un PD rivoluzionario? Di un PD anarchico che vuole prendere le distanze dalle direttive impartite e dagli interventi attuati a livello nazionale e regionale, dissociandosi dagli stessi?

I dubbi e le perplessità sono ancora molti, ma dagli esempi riportati scaturisce un’ulteriore considerazione: la coerenza e la perseveranza nel raggiungimento degli obiettivi, non sembrano, di certo, potersi riconoscere al PD ennese.