Enna e il teatro

Enna teatrogaribaldiEnna. Classe. Eleganza. Capello cotonato con al braccio marito in pullover da “giovane per sempre” e pose da intellettuale. Ma tanto, tanto intellettuale. Intellettuale e insofferente al degrado sociale di un mondo alla deriva: questa è Enna a teatro. Il 10 di dicembre sul palco del Garibaldi stava Ascanio Celestini: un uomo dalla straordinaria capacità affabulatoria che parla e gesticola e si incespica e ride con il pubblico, anche con quello ennese. Ascanio Celestini ha intrattenuto i benpensanti certi del loro ben pensare, con una parola dal fluire continuo e inarrestabile e fra un Giufà e una barzelletta sui carabinieri ha parlato di solitudine, paura e incomunicabilità. “Storie e Controstorie” si intitola il suo spettacolo, storie e contro storie di quotidiana tristezza, che sottintendono un’amarezza profonda e una comicità tragica. Enna avrà gradito? Chissà. La signora infastidita dall’alito pesante del suo vicino di poltrona forse no “ho pagato un botto e mi tocca per vicino uno affetto da alitosi” diceva all’amica schifata più di lei. Porti pazienza madonna Letizia vedrà che andrà meglio la prossima volta. Silenzi e parole soffocate, silenzi e speranze tradite…ma quanto è bravo Celestini. Una parola però l’ha celebrata: LIBERTA’. La libertà non è cosa nostra comunque, troppa impegnativa, troppo totalizzante meglio un sano e rassicurante conformismo. A fine spettacolo Celestini se ne è rimasto solo, soletto, per una buona mezz’ora. Fumava e guardava le stelle ennesi e nessuno, nessuno degli astanti gli si è avvicinato per un saluto, un complimento o un selfie, sarà perché non ha offeso la Sicilia? Niente non si è irritato per i fossi, per il traffico e manco l’Etna sbuffante, che strano e dire che da qualche tempo a questa parte pare d’obbligo l’insulto ai siciliani. Si aggiorni Celestini chieda lumi ai colleghi e poi torni, torni a offenderci che ormai siamo abituati e pure l’applauso scrosciante le faremo.

Gabriella Grasso