I corsi rumeni di medicina legittimi in sede remota ennese?

I corsi rumeni di medicina legittimi in sede remota ennese? é ormai un problema nazionale!
di Enzo Cimino

Enna studenti MedicinaIl Tribunale di Caltanissetta ha affermato la legittimità dei corsi di medicina dell’Università romena che si terranno nella loro sede remota di Enna. Rigetta dunque il ricorso dell’Avvocatura di Stato che, a detta d’operatori autorevoli del Diritto Civile, era inefficace in assenza d’un solidi riferimenti normativi. Non osiamo entrare nei meandri giuridici, per cui facciamo nostra, nei contenuti, la decisione del Giudice, che avrebbe solo natura cautelare. Affermare ciò è sì banale, ma ci fa uscire dal giochino tra chi “grida evviva” e chi “fischia l’arbitro”. Per noi vale il detto” Prima i fatti, poi le opinioni”, E sono i fatti, anche se dalla faccia tosta, da mettere in riga. È una storia lunga circa due anni, ma propagandata mesi prima dell’elezione del Sindaco di Enna, facendone, l’ex sen. candidato, la testa d’ariete per sfondare le mura dell’elettorato. Servizi fotografici con Lui nei locali dell’ospedale Umberto I aventi la scritta Corsi di Medicina…; annunci che i corsi erano cosa fatta; uffici e aule messe a disposizione dalla Università Kore; impiego di piani del vecchio Nosocomio ennese. Ma il voto lo vede sconfitto, ed ecco scucirsi su più punti la rete di copertura. Infatti,
· la Fondazione crisafulliana Proserpina, essendo immaginaria e illegale, veniva surrogata da una società privata;
· i Rettori delle Università siciliane insorgevano reclamando il vincolo della regola del numero chiuso per i corsi di medicina;
· La ministra Giannini dichiarava che i Corsi non essendo state accreditate, non erano ammissibili;
· la Kore con il pres. Salerno e il rettore Puglisi si defilavano intuendo il danno causato per evidente subalternità a Crisafulli;
· l’Azienda ospedaliera, a seguito della nota azione giudiziaria della Procura, negava l’uso delle sue strutture, riconoscendo i suoi sbagli per supposte condiscendenze;
· il Ministero dell’Università agiva più volte e alla fine premette su Prefetto, Procura e Avvocatura dello Stato in modo inusuale , non ammettendo piena legittimità ai corsi romeni.
· L’Università Dunarea de Job inaugurava la sua Sede Remota di Enna con il sostegno del Governo Crocetta e quello del segr. reg.le del PD, assicurando, forse in una logica correntizia, copertura politica alla creatura dell’ex senatore.

Se questi sono i fatti, che sono di tutti, graditi o meno, passiamo alle opinioni in ogni caso meritorie. Pure questi da porre in fila:
· la vicenda è stata depurata da sfrontati fattori d’illegalità, propri d’un sistema sprezzante di potere che vanno dalla fantomatica Fondazione Proserpina che si titolava di tutto, al possesso illecito di strutture pubbliche sanitarie. Insomma è saltato il principio che a Crisafulli “è ammesso e concesso a prescindere!”.
· I vertici della Kore han preso le distanze dopo il loro iniziale e attivo interesse, rientrando nei loro ambiti;
· I dirigenti dell’Università romena sottolineano che la sede di Enna è solo dettata da ragioni logistiche pur di favorire i loro allievi italiani, liberandoli dai disagi causati dalle loro dimore a Galati. Quindi non parlano di riconoscimento giuridico in terra d’Italia, tant’è che basterebbero i permessi del loro governo, e non di quello italiano. Posta in questi termini, va riconosciuta una buona dose di ragionevolezza, ma anche di semplicismo.

· Si spera, però che gli iscritti italiani all’Università Dunarea sappiano che, stando così le cose, la loro futura laurea non li abiliterà nel futuro alla professione in Italia. Chi li illude, e non è solo Crisafulli, non sarà un bandito, ma irresponsabile di certo!
· Qualunque Corso di Medicina è dotato di laboratori, cliniche e complessi ospedalieri. Ammesso che alcune discipline si possano insegnare in un’aula in via telematica ad Enna (sarebbe svilente), ma per quelle scientifiche, e lo sono tutte, e per le “Specialistiche” nulla è dato sapere. A meno che l’ex sen non pensi a qualche struttura sanitaria privata di non si sa dove e quali.

La Ministra Giannini dopo l’ordinanza del Tribunale ha affermato che resta ferma la nostra posizione a tutela dei nostri studenti… Nessun accreditamento è stato riconosciuto all’Università Rumena Dunarea de Jos da parte del Ministero”. S’è ripetuta ma non ha prodotto ciò che appare logico, ossia un decreto, e comunque un provvedimento, che sia coerente con quel che dice e sia fondato su basi attendibili ai vari livelli. E invece dichiarazioni senza effetti e richiami con il suo Dir. Gen.le a Procuratore e Prefetto per agire. Come dire, ringhia ma non morde! E questo non va, poiché non fa che nutrire dubbi che restano in sospeso.

Mancano risposte chiare dalla Ministra. Eppure sono in discussione temi che vanno ben oltre la vicenda ennese. Domandiamo: come va tutelata l’Alta Formazione in Italia, vincolata a programmazione su scala nazionale e a programmi di studio soggetti a valutazione? Che fare della regola del “numero chiuso” vulnerabile alle incursioni di università d’altri Paesi? È legittimo il corso di medicina avviato in Umbria da quella bulgara di Sofia con il Cepu? Due pesi e due misure?