Nuova udienza civile a Caltanissetta il 15 aprile per Medicina Rumena ad Enna

crisafulli facolta medicina ennaEnna. I corsi di medicina e professioni sanitarie dell’estensione didattica della Dunarea De Jos sono legittimi o no? Si resta in aula o il Miur potrà dare il più volte minacciato stop? Le risposte, potrebbero arrivare ancora una volta dal tribunale civile di Caltanissetta il prossimo 15 di aprile. In quella data si potrebbe segnare il punto decisivo nella controversa vicenda che contrappone il fondo Proserpina dell’ex senatore democratico Mirello Crisafulli ed il Miur. I legali del fondo Proserpina, Augusto Sinagra e Giuseppe Arena stanno lavorando per ribattere al reclamo presentato dall’avvocatura distrettuale di Stato dopo la sentenza emessa dal giudice del tribunale civile nisseno Gregorio Balsamo, che ha rigettato il ricorso presentato dal Miur per lo stop alle lezioni di medicina e professioni sanitarie avviate ad Enna dall’ateneo romeno. Da indiscrezioni la linea difensiva sarebbe invariata. Si metterebbe ancora avanti, l’articolo 49 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. La difesa della società che fa riferimento all’ex esponente democratico Crisafulli, ha già chiesto alla Corte di Giustizia dell’Unione europea l’interpretazione pregiudiziale dell’articolo 49 relativamente al suo campo di applicazione e ai presupposti e alle modalità di esercizio del previsto diritto di stabilimento, anche alla luce della Direttiva “Bolkestein”. La difesa del “fondo” insiste dall’inizio su un punto, citato anche nel ricorso che ha già dato loro ragione in sede civile a Caltanissetta, ovvero che “la libertà di stabilimento e la prestazione di servizi devono rispettare la normativa nazionale, ma è altrettanto vero che quella che viene in linea di conto non è la eventuale normativa nazionale limitativa dell’esercizio di tale libertà (e che il Giudice nazionale è chiamato a disapplicare), ma è la normativa nazionale che prescinde dal tipo di attività che viene esercitata in forza del diritto di stabilimento e di prestazione dei servizi”. Il Miur dal canto suo non mostra intenzione alcuna a volere desistere dal braccio di ferro iniziato lo scorso settembre. Il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone, di recente, alle telecamere di “striscia la notizia” chiamato a pronunciarsi sul caso ha bollato senza mezzi termini come “scempio di cervelli” l’esperienza formativa avviata ad Enna. Dal fronte giudiziario, non ci sono ad oggi, novità sull’esito della rogatoria internazionale avviata dalla procura di Enna per chiedere alcuni documenti in Romania,che potrebbero portare alla definizione di questa parte del “caso Enna”.

Tiziana Tavella per il quotidiano La Sicilia