Tarsu 2009 e 2010, Centro studi Romano: il problema è prettamente politico

tarsu 2009 2010“Se una rondine non fa primavera, una sentenza non fa giurisprudenza”. Così il presidente del Centro studi “sen. Antonio Romano”, Mario Orlando, commenta una sentenza della Commissione tributaria regionale con la quale ha dato adito agli amministratori di sostenere che la Tarsu 2009 e 2010 è legittima per cui va pagata. “Voglio ricordare –dice Orlando- che sono stati migliaia i ricorsi accolti dalla Commissione tributaria provinciale a favore dei cittadini, così come sono diversi quelli appellati dal Comune che la Commissione tributaria regionale ha respinto, condannandolo addirittura a risarcire il cittadino con 600 euro per le spese sostenute”.

Ma allora come si spiega che la stessa Commissione regionale ha emesso qualche mese fa sentenza a favore del comune? “In quella sentenza si legge nella motivazione che la Tarsu pur illegittimamente approvata dalla Giunta municipale aveva avuto provvisoriamente efficacia perché inserita, nell’ottica della copertura integrale del costo del servizio, nel rapporto tra entrate e uscite nell’esercizio finanziario di competenza. Cioè a dire che era stata inserita nel bilancio di previsione. Fatto questo che non corrisponde al vero, in quanto per l’anno 2009 non è stato riportata nessuna cifra al titolo I° delle entrate e uscite del bilancio. A seguito di questa incongruenza infatti le associazioni e gli avvocati che assistono gli utenti sono in allerta e si sono già attivati, fin dalla settimana scorsa, a difesa dei cittadini ricorrenti”.

Quindi possiamo dire che la Tarsu 2009 e 2010 per la quale i cittadini si sono visti recapitare avvisi di pagamento è illegittima? “E’ illegittima perché tanti sono stati gli errori commessi: approvata il 29/5/2009 con determina del sindaco quando invece la competenza era del consiglio comunale; successivamente revocata a seguito ordinanza del Tar per poi essere riproposta nel 2010. Una riproposizione retroattiva che, come chiarito dalla giurisprudenza di merito (Corte costituzionale, Cassazione a sezione unite, Consiglio di Stato ecc.), non è consentita dalla legge”.

Ma allora come si pensa che si possa risolvere l’intrigata matassa? “Il problema è prettamente politico. Quello che gli amministratori vecchi e nuovi non vogliono capire è che gli ennesi, da oltre dieci anni, hanno messo in atto una specie di disobbedienza civile perché stufi di pagare tasse esose, a fronte di un pessimo servizio.

Giacomo Lisacchi