Il Generale Giuseppe Doletti

Università popolare leonforteIl 12 Aprile del 1935 moriva il generale Doletti. Giuseppe Doletti nacque a Leonforte nel 1877. Figlio di N.N. un padre e una madre il neonato li aveva per la verità. La madre era Grazia Rizzone, criata del dottore Delfino e il padre era proprio il dottore Delfino, ma del nascituro poco si curò fino a tarda età. Il Doletti, abile e intelligente, si distinse nell’esercito fin dalla campagna d’Africa nel 1896 e segnalato in questa per le sue doti, entrò all’Accademia militare di Modena dalla quale uscì come tenente. Il Doletti era interessato alle sorti dell’esercito studiò la conservazione delle derrate alimentari e approfondì la catena del freddo per il buon mantenimento delle provvigioni. Questi studi ancora per lungo tempo dopo la sua morte furono oggetto di analisi scientifiche. Il Doletti affiancò l’azione allo studio e collaboratore del generale Diaz fu al comando della 49° divisione fu dallo stesso Diaz insignito del grado di Generale. La fama giunta fino al paese commosse il tardo genitore che gli offerse il suo cognome, ma quello dignitosamente rispose di essere fiero della sola sua genitrice, una povera e analfabeta donna di servizio. La professoressa maria racconta del Doletti per contestualizzare una via e una fondazione. A Leonforte c’è una via Doletti che ai più è ignota perché allocata in un infelice angolo. Erano gli anni 70 e il desiderio di cancellare l’onta della monarchia e del ventennio indussero gli allora amministratori a rivedere la toponomastica, questionando su via Dalmazia, Oglialoro, littorio e Fiume, ma la sorte fu più forte della volontà e via Dalmazia che avrebbe dovuto diventare via Doletti rimase Dalmazia e l’insegna già pronta fu posta in una viuzza troppo stretta per ospitarla. Il figlio del Doletti onorato per l’intenzione destinò al paese, orgoglioso del di lui padre, una somma di 100 milioni di lire da destinare alla fondazione che avrebbe dovuto ricordare le gesta e la generosità dell’illustre milite. La cosa fra vizi e avvocati impegnò Leonforte per un decennio alla fine del quale quagliò. Da qualche tempo però la malasorte si è di nuovo ricordata del di cuius e di quella donazione e di quei nobili intenti non si è più fatto niente. Possa il Doletti illuminare chi di competenza che in questi tempi grami un aiuto ai volenterosi male in arnese bene farebbe.


Gabriella Grasso