Enna. Autodromo, Accademia Pergusea a Legambiente: ‘prognosi’ nefasta

Autodromo di Pergusa anni '60Enna. Si riapre il ‘duello’ tra Legambiente e l’Autodromo. La scintilla che ha fatto riprendere le ostilità, con prese di posizioni degli ambientalisti che sostengono “Nel futuro di Pergusa non c’è posto per la pista motoristica”, è stata la presentazione del progetto dell’assessore Antony Barbagallo sul rilancio di Pergusa, con un contributo regionale di 400.000 euro annuo, e l’entrata della stessa Regione Siciliana nel Consorzio. Legambiente Sicilia insorge riprendendo temi già noti, sostenendo inoltre che è zona speciale di conservazione (ZSC). Midland giro d'Italia Ferrari a PergusaE’ scesa in campo, a difesa dell’impianto, l’Accademia Pergusea, presieduta da Nino Gagliano, nota figura nell’ambiente motoristico ennese, avendo ricoperto per anni la carica di Presidente dell’Ente Autodromo. Senza peli sulla lingua, Nino Gagliano inizia così la sua appassionata arringa difensiva: cigni lago pergusa“L’Autodromo non è morto, anzi può risorgere. Legambiente – afferma – entra a gamba tesa nel dibattito con l’Assessore Regionale e utilizza una ‘prognosi medica’ perlomeno nefasta e incoraggia addirittura a praticare l’eutanasia all’autodromo, delocalizzandolo”. Osserva inoltre: ”Un qualsivoglia progetto di rilancio, per Legambiente Sicilia, è liquidato senza mezzi termini…una sorta di accanimento terapeutico, ma il paziente è ancora vivo! L’Autodromo, sebbene fortemente debilitato a causa del prolungato malfunzionamento dei suoi organi interni, ha una forte voglia di vivere e con una giusta terapia disintossicante si rianimerebbe in fretta”. Legambiente, dal canto suo, afferma come un contributo di 400.000 euro all’Autodromo da parte della Regione, sarebbe incoerente con i tagli che la stessa sta operando a causa della gravissima crisi finanziaria e propone, invece di delocalizzarlo fuori dell’area tutelata. Autodromo anni 60“Alla faccia della coerenza – ribadisce ancora Gagliano – la delocalizzazione è veramente utopistica, sia per i costi necessari alla costruzione (parecchi milioni di euro) sia per le non poche altre centinaia di migliaia di euro per lo smantellamento della struttura esistente. Prescindendo dagli aspetti economici sopra menzionati, che sono fondamentali, ci si priverebbe ingiustificatamente di un impianto che, tornando ad operare a regime, sarebbe un efficace e collaudato volano per la depressa economia ennese e che, di fatto convive perfettamente da circa 50 anni con l’ecosistema della conca pergusina, il cui anello d’asfalto ha addirittura salvato il lago dall’interramento, secondo il parere di qualche altro autorevole ambientalista, certamente più obiettivo. Enna parata bandiere autodromo PergusaPertanto – conclude Nino Gagliano – si può obiettare sull’efficacia della terapia, ma non si può certamente discutere sull’opportunità o meno di salvare la vita al malato, altrimenti ci troveremmo di fronte all’ennesimo caso di malasanità”. Enna in questi mesi sembra presa di mira da fuoco incrociato. Ai recenti noti attacchi all’Università, si somma ora l’offensiva di Legambiente Sicilia nei confronti dell’Autodromo. Enna non può rimanere inerte allo smantellamento di ciò che è stato realizzato nel passato, dal dopoguerra in poi fino agli anni recenti. Ne vale dell’avvenire della nostra economia, del turismo soprattutto, che serve a supportare il tessuto imprenditoriale e occupazionale, e della crescita culturale legata all’Ateneo che si riflette sulla rivitalizzazione dei nostri centri urbani.

Salvatore Presti


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