Fsi Usae: “staccare spina e chiudere definitivamente ospedale Piazza Armerina, ponendo fine a inesorabile agonia”

Ospedale ChielloPiazza Armerina. L’assemblea sindacale, svoltasi giovedì, in una delle aule dell’Ospedale Chiello, su iniziativa della segreteria provinciale della Fsi Usae, alla presenza di numeroso personale del comparto e della dirigenza, ha preso visione di quanto proposto dall’Azienda sanitaria provinciale in merito al piano di emergenza urgenza. Durante l’assemblea si è manifestato “il totale dissenso alla proposta fatta dall’Asp”. La proposta fatta, pur comprendendo la necessità in linea con l’esigenza di garantire i LEA (livelli di assistenza) ed i principi di efficienza ed efficacia, al rispetto dell’indifferibile ed inderogabile tetto di spesa, nonché ai presupposti di distretto di appartenenza, posizione geografica e viabilità, per la segretaria provinciale della Fiis Usae mortifica una intera comunità, quella di Piazza Armerina nonché del territorio afferente, dimostrandosi iniqua rispetto ai fabbisogni, non delineando quelle specificità delle prestazioni sanitarie che il presidio Chiello ha sempre garantito, vista la fattispecie di “ Ospedale a valenza turistica”. In un’ottica di Ospedali Riuniti l’intera comunità armerina nonché tutto il personale del presidio fino all’ultimo ha sperato in una seria applicazione del principi di “ospedale riunito” che dovrebbe vedere una concreta, equa e razionale diversificazione delle specialità nei due presidi classificandone in maniera chiara le specificità. Per il sindacato si vede che c’è la chiara volontà di riunire tutto ad Enna al presidio Umberto I. “Non possiamo – dichiara il direttivo di Fsi Usae – quindi che esprimere e ribadire “parere negativo” sull’adozione del piano dell’emergenza. Invitiamo altresì questa Azienda sanitaria, nell’applicazione del principio di managerialità che dovrebbe essere chiara espressione del Direttore Generale, usando una terminologia prettamente sanitaria a “staccare la spina e chiudere definitivamente il presidio ospealiero Chiello, ponendo fine a questa lunga ma inesorabile agonia”.