Enna Caltanisetta, vicine, ma quanto lontane!

Enna Caltanisetta, vicine, ma quanto lontane!

di Vincenzo Cimino

sindaci ruvolo dipietroEnna e Caltanissetta, due Città Capoluoghi a un tiro di schioppo l’un dall’altro.
Li dividono solo 35 Km di superstrada, eppure si tengono lontani come se non si volessero incontrare, s’ignorano come se mutuamente si sottovalutassero. Un tempo li univano le miniere dello zolfo e dei sali potassici, li accostavano le comuni tradizioni e li univano cultura e condizione sociale. Insomma si somigliavano per essere facce di un unico distintivo;  e, specie nello sport, tra loro competevano col brio dello spirito campanile. E poi, negli anni ’60 erano vogliosi di crescere insieme per affrancarsi dai loro ritardi economici. Si misero in campo con grandi idee: Polo Industriale della Salcim-Brill a Xirbi (allora un primario snodo ferroviario), Polo Minerario della Pasquasia e Infrastrutture per le aree zolfifere con legge speciale. Sperarono e Sognarono, vero! Ma insieme disegnarono una strategia di sviluppo, previdero aree produttive e lottarono per progetti possibili. Era la Politica che mobilitava, narrata da una classe dirigente con leader gli ennesi D’Angelo e Colajanni e i nisseni Macaluso e Alessi. Per i giovani di quel tempo furono MAESTRI della BELLA POLITICA!

Non se ne fece nulla, anzi seguirono le sconfitte amare e distruttive dei decenni successivi. E che sconfitte, di certo! Tutto fu riposto non tanto nel cassetto strapieno delle utopie, ma nel cassonetto dei rifiuti delle idee da buttare, in ragione d’un praticismo che ha alimentato solo la politica della “crescita (fittizia) senza sviluppo (reale)”. In parallelo, le due Città, chiudendosi a riccio, assistettero l’una alla decadenza e all’isolamento dell’altra.

Oggi, somigliano a Luoghi giunti al capolinea del lungo viaggio della loro Storia. Più che sperare, sognando (che c’è di brutto?), nel Futuro, consumano a morsi il Presente e nulla vogliono sapere del Passato. È questa la fine senza ritorno degli ennesi e nisseni, tanto vicini quanto lontani? Con la testardaggine della volontà vogliamo credere, anche se la malinconia della ragione spinge verso la sfiducia.

Con questo spirito annotiamo la novità dei due Sindaci Dipietro e Ruvolo che s’incontrano mostrando l’impegno di realizzare idee, programmi e progetti comuni. Hanno scritto, inoltre, una lettera al Presidente Renzi con la quale denunciano l’assoluta assenza di politiche reg.le e naz.le a favore della “Sicilia Centrale”. E ancora, pare che vogliano riunire i Consigli Comunali in seduta congiunta.

province caltanissetta ennaDunque, dopo anni di distacco e indifferenza biunivoca Caltanissetta ed Enna si ritrovano? Era ora, perché è tempo d’allearsi per uscire dalle loro solitudini. Non hanno alternative, se si vuole ripartire per riavviare il cammino della loro Storia che non può restare al palo. Ma la buona politica di quei Maestri del nostro recente passato, anche se marcata da sconfitte, aveva punti di partenza indicati da idee e programmi di governo del territorio. Da mettere in campo in quanto credibili e mobilitanti. Già, perché un errore imperdonabile sarebbe se fossero captati come fumosi e senza costrutto.

Di idee fattibili ce ne sono. Ahinoi, non sono mai entrati nella testa di quanti hanno retto i due Municipi, finora. Ne esponiamo alcuni, se volete scarni e disorganici, ma utili per accendere piccole lampade nelle penombre delle politiche locali. Li mettiamo, al solito, in fila:

– L’ Università ennese e i Corsi nisseni di Laurea di Medicina. Sono realtà forti per sviluppare il 4° Polo dell’Alta Formazione in un contesto mediterraneo.
La Miniera Pasquasia. Ritorno alla produzione o sito nefasto per deposito di scorie radioattive? Buoni per il parlottio paesano, ma non per un possibile recupero facendone la più grande area meridionale d’archeologia industriale-mineraria, oltreché bacino culturale e tempo libero dell’Isola.
La Sicilia Interna. Enna e Caltanissetta ne ricalcano l’identità economica, culturale e storica. Una Sicilia che eclissa i suoi “luoghi interni” per emarginarli a favore delle fasce costiere e delle false o presunte aree metropolitane, è pura follia. E’ la grande battaglia politica del prossimo futuro.
I Liberi Consorzi dei Comuni. È brutta legge che colpisce il sistema delle autonomie locali delle ex province per passare dal male al peggio. Ma è anche una nuova sfida per rinnovare il governo della Sicilia Interna che si vuole indebolire.

Questo ed altro si può fare per un ritorno al futuro. Conta oggi avere coscienza che queste Città, per non divenire paisazzi, debbono ritrovarsi in idee, programmi e progetti comuni. Ma a ‘sto punto, ecco la domanda: le classi dirigenti locali, a 360 gradi, sapranno uscire dalle loro avvilenti quotidianità per lanciare assieme sfide con l’ambizione di farcela? Restiamo in fiduciosa attesa.