Subisce un nuovo mortificante atto di sfratto l’Ato “EnnaEuno”

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Subisce un nuovo mortificante atto di sfratto l’Ato “EnnaEuno” che ieri ha visto arrivare l’ufficiale giudiziario per far liberare il terzo piano di Corso Sicilia ed un’ala del quarto. Ma non è finita qui perchè il definitivo sfratto da tutti gli appartamenti restanti (un’altra ala del quarto, il quinto e sesto piano) arriverà ad inizio giugno. Il commissario Amato è infatti riuscito a negoziare con il proprietario Vetri uno sfratto graduale e proprio sulla data c’è chi ha visto una sorta di azione “pilatesca” visto che il 31 maggio scadrà il commissariamento e dovrà poi essere qualche altro ad occuparsi del problema. Ed anche le parole di Amato non sono state molto rassicuranti visto che alla domanda sul futuro ha risposto con un laconico «io sono un semplice impiegato, sarà il presidente della Regione a decidere così come il presidente della Srr». Frasi che hanno fatto indignare, ed anche tanto, i dipendenti che sono apparsi abbandonati a loro stessi. Assente invece Antonino Di Mauro legale rappresentante dell’Ato.
La situazione vista ieri tra gli (ex) uffici amministrativi di EnnaEuno è stata surreale. Da un lato l’ufficiale giudiziario giunto per dare esecutività allo sfratto, dall’altro i dipendenti invitati a portare via arredi ed attrezzature ammassati nelle ultime stanze rimaste dove adesso, e fino al prossimo sfratto, dovranno “accomodarsi” anche in sei in pochi metri. E dire che di tempo per trovare un accordo ce n’è stato visto che la diffida era giunta il 29 febbraio mentre il primo sfratto è avvenuto il 13 maggio. Sono semmai mancati i soldi visto che il debito con il proprietario degli appartamenti ammonterebbe a 180 mila euro. Pare che dall’Ato sia stato proposto un acconto di 6 mila euro per rimandare lo sfratto, una cifra irragionevole di fronte al debito senza tenere conto che per ieri ai dipendenti era stato proposto il pagamento di metà mensilità sulle quattro che attendono. Le Rsu denunciano che «oltre al danno adesso anche la beffa di vederci sfrattati dal posto di lavoro senza mai avere risposte dall’azienda che avevamo già sollecitato dopo il primo sfratto» mentre ad Amato dicono: «Chi sostiene di essere impiegato è nominato dalla Regione, detiene la cassa ed ha il mandato di sostituirsi all’intera gestione, sindaci compresi». Che la situazione è ormai esplosa in tutte le sue parti è più che evidente ma il peggio potrebbe essere dietro l’angolo perchè con l’ultimo sfratto ormai alle porte ci saranno tutta una serie di ripercussioni perchè non potendo gli amministrativi operare a risentirne saranno anche gli operatori di cantiere. «E la politica dov’è?» chiedono inviperiti i lavoratori che puntano il dito contro «i sindaci che non riescono a prendersi le loro responsabilità». È noto che il buco di EnnaEuno è dato dal fatto che le entrate sono minori delle uscite in ragione del fatto che i comuni non hanno deliberato il reale costo del servizio. Alcuni lo hanno però fatto ora con la costituzione dell’Aro: «Per anni hanno deliberato 110 euro pro capite, oggi si oscilla tra 150 con punte di 170 euro». Sul fronte dei risparmi contestano invece che «per non spendere un milione per adeguare la discarica, ne pagano 5 milioni all’anno per conferirla altrove».

William Savoca per il qiotidiano La Sicilia